venerdì 29 luglio 2011

Intermezzo retrospettivo



Mi concedo un intermezzo restrospettivo, sulle zone inesplorate, di un anno e mezzo fa. Che tempi!
"...Mattina: pullman, casa, pranzo. Il paesaggio dal finestrino è trafitto dal sole, il mio viso lambito da qualche riflesso, le mie orecchie allietate dal rombo del 6 cilindri Iveco che sembra spingere come una Ferrari...
Il pomeriggio, con scarsa voglia, sono andato a Grosseto: territorio inesplorato. Come il tour a Quarrata, il rischio di perdermi è massimo, ma non importa. Chiedo informazioni a destra e a sinistra telefonicamente nel lungo viaggio di andata, terrorizzato dall'autovelox: infatti non vado così forte proprio per evitarlo. Ma l'andata è sempre utilizzata come ricognizione: una vita di corsa, anche quando non ce n'è bisogno, ti fa sentire vivo. Al ritmo di "I like Chopin" di Gazebo affronto la Siena-Grosseto, direzione mare degli altri, in un tratto di buio mentale, inesplorato. Ponte di Petriolo, 140km/h, nessun autovelox in giro, acquetta in terra, mani salde sul volante, un filino di stanchezza accumulata, una camionata di voglia di cambiamento.
A Grosseto ci sono stato un paio di volte a fare lezione nel 2009, un'altra volta a vedere i treni con un amico e a prendere le partacce dai ferrovieri e stop. Questa è la mia modesta esperienza della città.
Ho una missione da compiere: rendere allegra una serata pallosa a dei ragazzi che dovrebbero sorbirsi una lezione sull'etica lionistica di persone che conosco. Questo è il mio ruolo: rendere goliardico qualcosa che non lo è per stimolare le adesioni.
Paganico, 150km/h, tratto a quattro corsie nuovo: sfanalo al pullman della Rama che è davanti e si muove a miseri 110km/h...pronto ad arrivare, e anche a ripartire dopo un'ora se la situazione si fa pesante. Hotel Granduca, freccia, Lostprophets che cantano sui tetti e sembrano voler spostare il raccoglitore delle fatture passive che si trova sul sedile posteriore, e una tremenda sensazione di abbandono e solitudine. Tipica della domenica pomeriggio invernali.
In fondo, dei miei amici, quelli veri del nucleo originario, siamo rimasti in pochi: io, Giacomo e Federico. Loro sono a Milano e a Biella e mi hanno lasciato qui a mantenere alta la bandiera di Colle...
L'incontro inizia: un gioco di sguardi, due chiacchiere, tre battute, qualche altro sguardo, frainteso. Un aperitivo con i giovani...mescolo lo spritz con la bile dell'incazzatura dei commenti altrui.
Un finale a sorpresa, ma da 110 e lode.
Iniziano i pensieri del post, come sempre, nel viaggio di ritorno: mi perdo per Grosseto, per davvero. Ho bisogno di tornare a casa e dare da mangiare agli animali che altrimenti protestano!
Mi ci vuole il cd senza nome, ovvero quello che contiene musica rock seria e, come dice Richard Benson, "senza alcuna attitudine al consumo". Roba per pochi, da ascoltare quando serve. E allora via, "Shadowplay" dei Joy Division, "Astronomy" dei Blue Oyster Cult, ad accompagnare questo viaggio a velocità aeronautca di ritorno dalle zone inesplorate.
Ponte di Petriolo, curvone di ingresso: la strada scorre. Sul ponte do tutto, ma quel tutto non c'è. Sono uscito da quel curvone a 175km/h e sul rettilineo arriva la punta massima. Mi sono sentito di nuovo pilota.
Tutto questo accompagnato da un pensiero fisso e piacevolissimo, travolgente ed enigmatico allo stesso tempo: si può incrociare uno sguardo ed avere la sensazione di conoscere una persona da sempre? Credevo di no. Ma nella vita bisogna andare oltre le apparenze, oltre alle sensazioni semplici che ci vengono fornite di primo acchito. Bisogna analizzarle e trarne qualcosa di positivo. E ora avrò un capitolo 1 di una storia da custodire dentro di me..."

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