martedì 25 febbraio 2014

Il filo sottile


上海, Cammino veloce sotto la pioggia in 人民广场, sette e mezza di mattina, il cinquetresette si allontana nel traffico, come al solito strombazzando, verso 老西门. I pensieri, quelli no, non si allontanano.

Maledico l'amministrazione cittadina per aver tappezzato il centro di Shanghai di superfici lisce, e contemporaneamente il maltempo per rendere quelle superfici sdrucciolevoli; colpa anche delle mie scarpe invernali che, dopo i chilometri percorsi a Milano, iniziano a diventare lisce. Cammino quindi in equilibrio, veloce ma misurando i passi, combattuto tra l'umidità della pioggia, ora più insistente, ed il rischio di andare a gambe all'aria.

In equilibrio, precario, come sempre da quando sono qui; tra i confronti che non riesco a reggere, le responsabilità che si fanno grosse ed i sorrisi di chi riesce a farmi temporaneamente dimenticare tutto ciò. Temporaneamente. Perché nulla qui è statico, prevedibile; nulla ha un orizzonte più lungo di date, comunque vada punti di svolta, che oggi sembrano ancora lontane; metà maggio, fine giugno, fine agosto.

Sento la suola scivolare sui soliti pezzi di pietra scura in 福州路 a pochi metri dal campus; in fondo ora ogni volta un po' me lo aspetto ma poi mi dimentico e mi fido nuovamente delle mie abilità rischiando di finire per terra. Eppure sento ogni giorno il rischio di cadere, di perdere ciò che ho conquistato nonostante i miei errori e che, a causa di quelli, sento sempre appeso ad un filo sottile che non voglio spezzare.

Eppure quelle date sono là, scritte, a sancire ciò che potrà essere un arrivederci, un addio ...o chissà cos'altro. E non voglio pensarci ma ora è sempre più difficile.

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