martedì 26 settembre 2017

La pioggia ai margini del tifone

Cammino, con calma, con le scarpe nuove che, evidentemente non adatte alla pioggia, danno avvisaglie di un attrito non perfetto col suolo. Ma non posso protestare; non è decisamente quello l'ambiente per cui sono state pensate, per quanto innocentemente io potessi pensare che fossero adatte a qualsiasi uso.


Beh, a questo punto dovrebbe essere già chiaro che, anche se parlo di una situazione reale, sto cercando di parafrasarla in una metafora attinente alla mia vita; "cercando" è la parola giusta perché, per quanto ci provi, la metafora della scarpa non calza benissimo (anche quando magari la scarpa lo fa).

Comunque, cammino; come in altri periodi della mia vita, tengo gli occhi fissi a terra per paura che qualcuno possa veramente percepire l'inquietudine e la paura che nascondo con tutte le mie forze (forze? Quali forze? Non faccio più allenamenti di alcun tipo da anni, ormai).

Mike Oldfield; ci prova lui a risollevarmi nelle cuffie; o almeno lo spero io, quando faccio suonare a volume un po' più alto del solito (sparare a massimo volume? Mai! È pericoloso per i timpani) The Studio Albums in sequenza casuale (sì, casuale; lo so che non ha senso con Mike, ma la verità è non ho voglia di pagare per Spotify).

In fondo è la musica a ridarmi quella lieve sensazione di ripresa, a regalarmi qualche energia ed emozione per schivare le copiose gocce di pioggia e camminare dritto. La musica, forse l'unica tra le attività in cui mi piaceva perder tempo che sono riuscito a ripristinare, anche se non ancora ai livelli dei tempi d'oro dell'amata Milano.

Tutto il resto, come cantava il Califfo, è noia. O rumor di fondo che dir si voglia.

domenica 19 febbraio 2017

Binari paralleli

Venerdì sera, 19:01, treno della metropolitana sulla Kwun Tong line tra Yau Tong e Lam Tin. Mi guardo attorno.

Analizzo, cerco qualche carattere che mi colpisca, in questo secondo giorno di autunno tropicale; ma manca qualcosa. Chiedo "Quanti di voi sono felici?" ad un nugolo di voci lontane sparse in diversi angoli del pianeta; e la conversazione si fa intensa, sui diversi aspetti e significati di felicità e serenità.

E la cerco, la felicità; negli occhi di tutti gli ignari passanti che incrocio nelle mie quotidiane deambulazioni; purtroppo sempre con una meta. Cerco di percepire e catturare le sfumature di sorrisi nascosti, di occhi curiosi e speranzosi; e mentre faccio ciò, fingo un incedere deciso, come per volermi far vedere sicuro, almeno in qualcosa.

Ma quella sicurezza è solo ostentata; crolla al primo ostacolo; non sa tenere un discorso, mi fa dubitare anche delle mie temporanee sicurezze (non che sia difficile). Fino ad implodere in scatti di rabbia senza simili precedenti. È come se la frustrazione iniziasse a venire fuori e colpire le emozioni nel modo peggiore.

E non so più cosa pensare.

Neppure la musica mi da più sollievo, se non nel passare le mani sui tasti bianchi e neri nelle veloci pause nelle pause.
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