martedì 8 luglio 2014

Le scelte, nonostante tutto...

VCE - Aeroporto di Venezia Marco Polo; il 767-400 della Delta attende, dopo essersi fatto a lungo attendere, il giornaliero carico di passeggeri da portare a New York. Imbarco a zone, il più velocemente possibile, con gli assistenti di volo d'esperienza che cercano, come possono, di recuperare il ritardo accumulato nove ore prima a 6000km da lì. Stavolta il posto l'ho scelto bene, almeno tra quelli rimasti, salvo essere molto indietro.

Si parte; e come per le precedenti due partenze, una lacrima scende, nascosta. Si parte; e subito si inizia a ballare. Decido, cosa ultimamente insolita, di guardare un film; mentre l'aereo continua ad attraversare una turbolenza dopo l'altra, la scelta ricade su Gravity. Ammetto che vedere l'impatto dello Shuttle con i detriti seduto su un aereo che se ne va in tutte le direzioni in una serie di vuoti d'aria fa una certa impressione... altro che cinema 4D...

Ma quei vuoti d'aria non mi spaventano; so che questi moderni apparecchi sono progettati e costruiti per sopportare ben di più. Sono altre le prove che dovrò superare, a livello personale, in quest'ultimo viaggio in terre inesplorate. Ed è difficile lasciare nuovamente le belle amicizie che restano in Patria, con quegli abbracci forti forti (ed a volte piacevolmente inaspettati) che rendono più bella la vita. Ed intanto le turbolenze non finiscono, con le hostess che servono a tempo di record i pasti nei pochi momenti di volo tranquillo.

Dopo otto ore atterriamo finalmente a New York, a conclusione di quello che ricorderò come il volo intercontinentale più traballante mai provato; come se ci provasse anche il meteo a minare le mie sicurezze ed a farmi chiedere perché io abbia deciso comunque di proseguire verso la West Coast, nonostante tutto. Nonostante io stia guardando a futuri prossimi in tutt'altre parti del mondo (considerato anche che trovare un lavoro qui è pressoché impossibile); nonostante la sempre minore considerazione per questo popolo di "perbenisti moralisti e classisti, ma [che] sei hai una idea ti permettono di realizzarla"; nonostante avrei potuto optare per destinazioni per le quali avrei dovuto compiere meno sforzi (economici e non); nonostante il prematuro addio a Dubai.

Mi ponevo tutte queste domande, ormai già in questa fredda e dispersiva San Francisco, quando arriva inaspettata una voce a ricordarmi che il coraggio è una scelta... in questa giornata in cui, malgrado alcuni residui giri in ottovolante del mio umore, ho felicemente rivisto sorrisi e volti che avevo lasciato in oriente quasi due mesi fa, mentre resta il timore di rivederne altri; a volte mi chiedo ancora perché alcuni dopo siano così complicati, ma è la natura umana. Poi ripenso a quella frase, a quel coraggio; ed un'altra lacrima scende; la nascondo nuovamente.

Ma è vero, la vita è fatta di scelte; e delle loro conseguenze.

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