giovedì 29 agosto 2013

Distanze da accorciare


Sei partito. E forse ora sei in volo. Sei partito, amico mio.  Sei partito per la tua nuova vita, quella che sembra su un altro pianeta ma in realtà la si raggiunge con 12 ore di aereo agevolmente, e, al giorno d'oggi, senza spendere cifre astronomiche.
Sei partito, per le due tappe da coprire con la tua compagnia aerea preferita. Forse, nella prima hai preso persino il retrojet, quello bello che ha la livrea anni '50, a testimonianza che le cose d'epoca sono, forse le migliori. O che qualcosa di andato ci lascia un vuoto dentro che certe copie e vecchie foto spiattellate sul computer non bastano a colmare.
Sei partito e ora, in questa sera, quel vuoto lo sento. Lo sento come fosse qui, molto più di ogni fidanzata che mi ha lasciato e a causa delle quali ti ho inondato di stupide, vuote, ripetute, eccessive e pesanti parole. 
Sei partito perché hai avuto quel coraggio che in 32 anni mi è sempre mancato, e quella gioventù che non abbiamo più tu la vivi ancora dentro di te.
Sei partito, e come gli incastri del Lego tra mattoncini anche molto diversi tra loro  stanno lì, ora sono un mattoncino isolato circondato da voci blateranti, assurde, continue che prendo come rumori di sottofondo.
Ci farò l'abidutine, un po' come a tutto la si fa. Un po' come i carcerati stanno in cella e sanno che ci devono stare, un po' come chi è esiliato in un Paese straniero si abitua a viverlo perdendo la speranza di tornare a casa. 
Ho pianto e stasera ho poca voglia di scherzare. Penso a domenica, quando io e la mia dolce metà eravamo lì, con te, che sembravi fregartene di tutto e dell'ansia, e delle parole ancora una volta eccessive che ti piovevano addosso, quando sarebbe bastato un bel silenzio per farti capire chi è che ti vuol bene, chi ti mostra la sua futura moglie nella vita, chi ti raggiungerà ovunque tu sarai.
Non sono stato bravo, probabilmente. In fondo, ero impaurito da quel dolore misto a felcità per te che si sostanzia attraverso questa stranissima e forte sensazione inspiegabile.
Ci vorrebbe uno dei nostri silenzi. 
Ora tu sei nel sibilo della pancia dell'aeroplanone che ti porta su quel pianeta che è la tua nuova vita. 
E io piango, qui da solo, perché un amico è un amico e un fratello è più che un amico e la distanza forse non esiste, come dice la mia ragazza. 
Per lei è facile. Per me, annichilito stupido di provincia, no. 
Ma la vincerò questa insana paura. La vincerò perché sono sicuro che la tua mancanza supererà ogni altra idea o volontà. 
Già manchi. Come l'aria. Ma sono orgoglioso di te.
Buon viaggio sul tuo nuovo Pianeta.

mercoledì 28 agosto 2013

Rientri in carreggiata


Strada Comunale delle Lellere, 80km/h. 
Dopo troppo tempo, sono alla guida dell'Ammiraglia, sportivissima dei giorni nostri, dopo aver percorso 3500km di fila sull'Ignara Spider Veloce e mi ritrovo a pensare che questa macchina sia una specie di silenzioso monovolumetto inguidabile. 
Cerco in modo disperato di ristabilirci un feeling tentando di abbassare il sedile che è in fondo, ma non ci riesco. Il volante di pelle al tatto è peggio di quello di legno di noce.
Lo so, sono esagerato. Ma l'Epoca è l'Epoca.
Ma non ho altro a cui pensare se non a queste cose. Non ci sono problemi, e sono proiettato col musetto  O meglio, metto la freccia e li sorpasso, dopo qualche piccola arrabbiatura, che dura tre giorni e sbaracca. 
Si vola, altissimi, in questa fine dell'estate, tra officine e carrozzerie, tra i piccolissimi perfezionamenti da fare all'Ignara Spider Veloce, che sembra ringraziarmi nel modo migliore per averla fatta sgambare, ovvero facendo rinascere tutti i costosissimi strumenti d'epoca precedentemente morti. 
Consuma poco, lei. Meno dell'Ammiraglia nelle lunghe percorrenze. 
Dentro di me, dopo questi venti giorni di ferie, c'è una nuova consapevolezza: che le cose si superano, il male (pochissimo, a dire il vero) si risorpassa, si mette la freccia e lentamente, giorno dopo giorno, sparisce dagli specchietti retrovisori e diventa un ricordo lontano. 
Alle volte certe persone ci aiutano a capire cosa si vuole. E mentre Treasure di Bruno Mars mi ricorda che ho trovato un tesoro quel giorno tornando da Pordenone, quando tutto pareva perduto e c'era uno sbarramento di nebbia ed io ero un antipaticone, beh, ora so che ne vale sempre la pena.
A girl like you should never look so blue
You're everything I see in my dreams
I wouldn't say that to you if it wasn't true

E ci vuole la felicità, quella vera e non ostentata in questa vita. E c'è. Infatti, ogni giorno il cuore batte per le prospettive di non vedere qualche pezzo di questo mondo da solo.
Si inizia così e si finisce per prendersi per mano e farlo insieme, questo viaggio. Tutto.

martedì 27 agosto 2013

Forse mai...

Posizione imprecisata, undicimila metri sopra il Mar Tirreno, l'A320 con livrea verde, bianca e rossa viaggia a velocità di crociera nell'aria estremamente tranquilla del tardo pomeriggio, col sole estivo ancora alto che disturba lo schermo del posto centrale della prima fila della navata destra, su cui sorprendentemente scorreva una puntata di Passepartout. Mezzora più tardi sarei atterrato due voli più a sud rispetto alla regione natia, in una Sicilia che non rivedevo da troppo tempo.

Mi allontano dalle umide terre padane e provo a staccarmi dalle inquietudini rimaste là, ma ci sono ancora troppi pensieri legati a quelle luci lontane che non hanno mai brillato, così basta un minimo particolare, una foto, una parola, un nome, per risvegliarle. Continuo a ripetermi che è stato un errore mio, che nulla di quanto desidererei si può chiedere ma che è solo un regalo che si può ricevere; ma la testa non ne vuole sapere e torna lì.

Nonostante le fantastiche persone, allegre e positive, che ancora allietano le mie serate regalandomi qualche ora di spensieratezza a 110 chilometri dalla casa patavina; nonostante grandi amici sparsi in giro per l'Italia e l'Europa, colleghi di lunghe discussioni impazzite, che iniziano già a mancarmi; nonostante amicizie sincere che riscopro in terra veneta; nonostante gli amici veri di poche parole di cui mai ho dubitato ed i saggi consigli di chi gli sta vicino. Tutto a conferma di quel "Forse mai..." e di quel "Mai..." di due diverse amichevoli voci.

Ma i problemi sono altri ora: un aereo da prendere, una valigia di riempire con tutto ciò che potrà servirmi per i prossimi 8 mesi, carte, documenti, la paura costante di dimenticare qualcosa e di non aver fatto tutto, la coscienza di essere di fronte ad un svolta enorme, il timore per gli innumerevoli imprevisti che indubbiamente saranno da affrontare, sempre sapendo che qualsiasi problema potrebbe inficiare il risultato di questo investimento. Ce la farò... dovrò farcela! Per me e per chi ci ha creduto!

lunedì 26 agosto 2013

After crossing borders


Puntuale sono tornato, per tutti i lettori. 
Autostrada A1, 150km/h Tratto Appenninico, che conosco a memoria, per la prima volta di ritorno con questa macchina. Non ditelo a nessuno che l'Ignara Spider Veloce infrange i limiti  e sdraia i record di percorrenza, ma la sua esperienza è totale e sa benissimo come fare. 
Ho imparato dai miei errori. E senza fatica miglioro.
Non ero partito tanto carico di speranze, perché passare più di 3 giorni con una persona mi ha sempre portato una dose di negatività. Speravo non fosse così e il tempo e i sacrifici mi han dato ragione. 
Ho accumulato self control che non avevo. Nemmeno nelle situazioni da semidramma. Nemmeno quando il mondo frana. 
Casa, famiglia, diventano parole che rimbalzano velocissime in questa mente. Ogni giorno.
Se il mondo frana, pensavo alla guida dell'Ignara Spider Veloce, io lo puntello con un braccio.
L'ho detto mentre scalavo in quarta nei curvoni appenninici da 130 km/h, quando in fondo si può osare anche con una ventireenne signora rossa metallizzata con interno beige e con la radica di noce. 

L'Ignara Spider Veloce, granturismo d'altri tempi che compete ancor oggi con quelle moderne, corre come sempre senza perder pezzi e la sensazione che l'Ammiraglia sia un monovolume mi pervade.
La sosta a Padova ci sta sempre. 
Fatti. Ecco cosa devo guardare. 
Guardo ad un agosto indimenticabile. Ad un abbraccio che pare vero e sincero. A quello che sento.
Non sempre la perfezione ricalca l'emozione. Pare uno slogan della BMW, ma è calzante a quanto è avvenuto.
Per converso tutto va bene, e ho la consapevolezza che strascichi possano esistere anche nelle altre persone, e a questo punto, meglio pensare alle cose belle e positive.
E allora, a fondo. Verso casa e famiglia.
Amore maturo. Amore vero.
Grazie a tutti.

lunedì 12 agosto 2013

Pensieri di ritorno


Ripercorro qualche chilometro in auto in questi giorni di forzata nullafacenza casalinga; mi sposto, vago, comunque poco, sempre meno di quello che vorrei. Il gasolio costa e poi, da solo, quanto lontano posso credere di andare, di scappare? Partirò, ormai è certo, andrò a quasi novemila chilometri da qui, almeno per poco più di 8 mesi; poi potrebbero essere altri novemilasettecento chilometri, nell'altra direzione. Ma fino a prova contraria sarò distante, non lontano.

Saprò coprire queste distanze con le mie forze? Mi rassegnerò mai a voler lasciar libere quelle inquietudini che ancora tornano ad ingarbugliare la mia mente e da sole non se ne vanno? Certo, sono stato io a farle tornare, sono stato io a dire "Non è un problema", a credere che effettivamente non lo fosse più, un problema. Ma la verità è evidentemente un'altra ed i pensieri tornano ancora lì, dove li avevo lasciati poco più di un anno fa; ora non aspetto altro che mettere quei novemila chilometri ed un muro di fuoco in mezzo, anche se ho paura che non bastino.

Forse sto solo scrivendo nella serata sbagliata; una serata in cui dovrei essere fuori a guardare le meteore prendere fuoco nel cielo perfetto di questi giorni, ma la paura della solitudine continua a relegarmi in questa casalinga prigione di cristallo, ad aspettare le ore che mancano al trasferimento di domani verso altri problemi che non avrei voglia di affrontare, il tutto senza la minima parvenza di una vacanza, mentre nella rete impazzano foto di persone felici e spensierate e le parole che arrivano dall'etere non aiutano.

Avrei solo voglia di non pensare a niente per qualche giorno, ma inizio a capire che questo non sarà più possibile per parecchio tempo.


mercoledì 7 agosto 2013

Ritorno

E’ passato così tanto tempo dall’ultima volta che, da protagonista, ho visitato la nostra long long road to, che qualsiasi cenno di saluto mi pare inopportuno. “Heilà, sono tornata!” Urlerei a piloti già km e km avanti a me, sulle loro strade, che non sono le mie. Che poi… chissà per quanto tornerei ancora? La mia vita è un continuo ritornare, salutare e ripartire, almeno mentalmente.

E’ passato così tanto tempo che non so nemmeno più se riesco a scrivere… guardando lo stile mischiato ed evoluto degli storici piloti, ex neofiti, mi pare di aver solo tanto da re-imparare. Ma, in fondo, dicono ch e scrivere sia come andare in bicicletta e forse questo pensiero mi consola accendendo una flebile fiamma di vecchio coraggio.

E’ passato troppo tempo e non so più da dove iniziare, se dalle parole taciute ad altri, se da quelle taciute a me stessa o se dalle consapevolezze pigiate a forza sotto un tappeto come polvere fastidiosa che non riesci ad eliminare.

I sogni se ne sono andati, i piani futuri che mi davano forza ai tempi dell’università, sembrano scomparsi, travolti e tramortiti da una goffa routine, nemmeno poi tanto soddisfacente.
Nella scrivania disordinata e sempre mutevole della mia vita, tutto è divenuto ordine;  adesso vedo solo due pile di eventi: due costanti. Strano pensare che una delle costanti sia proprio la massima incostanza che mi portò, anni fa, ad iniziare a scrivere e che, fino a poco tempo fa, mi tormentava, apparendo incerta, di passaggio e mostrando alcuna stabilità.  
L’altra costante, nella vita di tutti i giorni (delle persone fortunate, ma neanche troppo) inutile dire quale sia. Lavoro, lavoro ed ancora lavoro. Ricordo con piacere le parole di un ex collega che, parlando di come la routine si comporti da tranquillante per le sofferenze della vita, mi recitò una poesia ricevuta in dono da parte di una coppia di sposi: “la distrazione migliore? Il lavoro”. E come se è vero!

Guardandomi alle spalle, non sono più la stessa, non c’è più la forza di sognare un futuro lontano e migliore, di pensare a me stessa, di riflettere e di scrivere. C’è solo un eterno silenzio ed un’ansia taciuta e sconosciuta, che però non senti, che però dorme. Lavoratori, portatori sani di ansia: ce l’hanno, ma non lo sanno! Ed è questo il rischio più grande, non avere il tempo di riflettere, non avere il tempo di capirsi, di essere irrazionali e seguire, di nuovo, i nostri sogni, le nostre necessità, fino al momento in cui l’ansia si sveglia e ti pervade, senza che tu sappia chi è, cosa vuole e soprattutto il perché.

In un momento di cambiamento sono tornata a guidare, nella mia strada (metafora che a lungo ho usato) per imparare a conoscere la nuova me stessa e chiunque dorma nel profondo del mio inconscio.

lunedì 5 agosto 2013

La distanza tra le parole


Parole... quante ne ascoltiamo e ne diciamo ogni giorno? Quante ne usiamo per costruirci una vita a cui pensiamo di appartenere ma che in realtà esiste soltanto nei nostri pensieri? Quand'è che riusciamo ad accorgerci di quali e quante siano di troppo ed evitare di pronunciarle? Quando riusciamo a farne a meno? Quante non ne diciamo che invece andrebbero dette? ...e quante di queste ultime si riassumono in un abbraccio?

A volte le parole non dette nel passato aumentano man mano le distanze nel presente; a volte, le parole non dette, servono solo a non diminuirle, le distanze, consciamente in previsione di un forzato distacco; altre volte restano semplicemente sospese in un limbo di cronica incertezza e di perenne insicurezza, tra distanze accorciate ma non troppo. Eppure ogni tanto le parole escono, e servono a ridare speranza ed a far uscire di risposta tensioni rimaste sopite, regalando qualche minuto di spensieratezza.

Ma quando le distanze aumentano è possibile recuperarle? Si può gestire una situazione dove la realtà di colpo non appare più come quella che era stata prospettata e si apre una voragine tra verità e fantasia? Quante altre parole ricadono poi in quella voragine che inizia a risucchiare storie e situazioni presenti e passate? Senza un ponte di salvataggio tutto viene rimesso in discussione e le due sponde sono destinate ad allontanarsi.

Allo stesso modo, probabilmente, mi dovrò allontanare, io, da questo mondo virtuale che tanto mi ha dato ma che forse poco rappresenta e rappresenterà la mia vita da qui in avanti. Forse continuerò a scrivere racconti dove le metafore sul mondo reale si intrecciano con la fantasia; forse troverò ancora il tempo di farlo in questo spazio che più volte ha visto sfogare i miei tormenti; forse le distanze non aumenteranno ulteriormente. Forse.

Ora i progetti personali vanno oltre quanto io abbia mai immaginato per me stesso, e ho bisogno di sincerità, quella che ho trovato nella mia pazza seconda famiglia di Milano e che seguiterò a portare con me nel cuore ed in quegli oggetti che, seppur impropriamente, ne rappresentano la memoria.


giovedì 1 agosto 2013

Ferie


Cari lettori, Velocissimo ma inconcludente da domani va in ferie. Per parte del sottoscritto gli aggiornamenti riprenderanno dopo il 26 agosto. Alla vigilia della partenza, da effettuarsi rigorosamente a bordo dell'Ignara Spider Veloce.
Ci vediamo, cari lettori.
Proseguiranno Costante ma Improduttivo e gli altri piloti.
Buone ferie a tutti.
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