venerdì 27 dicembre 2013

The expat feeling


Padova, casa; sesto giorno da per la prima volta "In Italia per le feste"; forse, ora, inizio a rendermi conto. Inizio a rendermi conto della distanza della Cina e di Shanghai, della distanza di tutto ciò che mi circondava una settimana fa (e mi circonderà di nuovo tra 8 giorni) e ciò che mi circonda ora; della distanza tra me e chi resta. 

Sento la distanza dai racconti di storie ordinarie di persone amiche; percepisco la distanza nelle lunghe e fragorose risate della bambina cinese che giocava col photo booth del mio iPad nelle ultime ore del volo verso la più orientale delle grandi capitali (almeno geograficamente) europee; vedo la distanza nei cliché di questo nordest chiuso su sé stesso, che non mi appartengono più. E so che ormai il divario è enorme e non posso farci niente.

Ed è inutile chiedersi dove sia nata la distanza, quando la barca abbia iniziato ad allontanarsi dal porto nel mare aperto; una sequenza di tanti eventi, tante persone, tanti viaggi, mi hanno portato ad essere ciò che sono ed a vedere ciò che i miei occhi osservano ora. Le ragioni passano dalle magnifiche amicizie di Milano e dintorni, dai pochi ottimi amici rimasti in terra veneta ed alto-romagnola; viaggiano sulle ali dell'A321 che mi ha portato a Dublino, sugli Alstom amaranto di Italo e sui lunghi Frecciabianca della dorsale adriatica.

Vedo e sento la distanza negli occhi a mandorla che mi guardano tra i bit a novemila chilometri da qui, nei sorrisi pieni di speranze e di futuro di chi investe su sé stesso nonostante tutto, quando qui sembra difficile ed incerto anche un presente. E continuo a dirmi che la voglia di tornare c'è, forse cercando di convincermene; ripenso ai luoghi che amo e che forse neppure riuscirò a vedere in questa piccola pausa e penso che sì, vorrei poterci tornare quando voglio, ma so che non sarà possibile.

Volere, potere, pensare, andare, venire, tornare... tutte parole. A quanto pare la vita è altro.

domenica 8 dicembre 2013

Quando e dove... divagazioni sul tempo e sullo spazio


Tempo... cos'è? Sono forse i tre mesi che sono già passati in questo lontano Est? È forse lo scorrere inarrestabile delle ore e dei giorni di questa intensa esperienza? È, forse, la distanza delle memorie vicine e lontane che riaffiorano a tratti ad ogni appiglio, ad ogni coincidenza? Sono forse le ore di sonno perse notte dopo notte, e mai recuperate, dietro a progetti, sogni, relazioni, presentazioni e letture infinite? È, forse, il bicchiere fumante di tè qui a fianco che inizia a raffreddarsi?

Tempo, spazio; due concetti che qui perdono il significato che avevano nel Nord Italia che non riesco a non amare nonostante tutte le sue contraddizioni e le sue diffuse bigotterie, ancora più evidenti se viste da qui. Qui, dove i confronti cercano di essere costruttivi, dove trovo persone da stimare e che mi stimano, dove le amicizie si provano a costruire sulla sincerità, dove le sfide sono giornaliere, dove neppure capirsi è scontato, dove affetti, lontananze e vicinanze assumono forme e contorni nuovi.

Cerco di misurare le distanze e Shanghai mette sempre alla prova; "prendo il bus per andare in centro" significa un viaggio di almeno trentacinque minuti; andare nella zona di Xuhui in metropolitana vuol dire cinquanta minuti quando va bene; prendere la linea numero tre la mattina è una missione impossibile, meglio perdersi nel traffico con l'autobus per quaranta minuti. Ventitré milioni di persone che si spostano; una rete di trasporti, nonostante tutto, funzionale, estesa ed efficiente. La rete di metropolitana più estesa del mondo nella stessa città che solo vent'anni fa ne era completamente sprovvista.

Tanti cambiamenti che avvengono nel tempo e nello spazio, attorno alla città e dentro la città; attorno a me e dentro di me.

E sì, ancora mancano poco più di cinque mesi all'addio a questo mondo così distante da tutto ciò che ero e che conoscevo, ma, anche se magari farò in tempo a cambiare idea, già inizio ad accorgermi di cosa mi mancherà di questo popolo che fino a tre mesi fa mi era completamente ignoto; la loro semplicità nel fregarsene di tutto e di tutti; la loro mancanza di pregiudizi; il loro non aspettarsi nulla; la loro praticità.

Cambiano i luoghi e cambiano i tempi; e quando e dove sono sempre meno definiti.

site stats