venerdì 31 gennaio 2014

A cavallo del nuovo anno


Shanghai, pochi minuti dopo la mezzanotte del capodanno cinese, boati, luci e colori a non finire tutt'attorno; guardo fuori dalla finestra all'ultimo piano del residence, mentre a duemilasettecento chilometri da qui un nuovo, inaspettato, pezzo della mia vita sorride sullo schermo del telefono.

Il capodanno segna anche cinque mesi di permanenza in questa terra, pur sempre straniera, pur sempre ancora sconosciuta, foriera di continue sfide, di barriere da scalare, aggirare ed abbattere; piena di colori, odori e sapori ancora nuovi. E di persone e di amicizie; da scoprire, da riscoprire, da avvicinare, da allontanare, da conoscere, da conservare.

Come sempre cerco di riguardare tutti gli eventi in ordine cronologico inverso per capire cosa mi abbia portato qui, a sedermi vicino a questa finestra per qualche minuto riempiendo una piccola recente solitudine, prima di riprendere le amichevoli sfide a biliardino di tarda notte tra una birra e l'altra. Guardo indietro e, a forza di cercare, i collegamenti vengono fuori; come se avessi bisogno per forza di spiegare quanto sta accadendo.

Non mancano i dubbi, legati al luogo, al tempo, alla distanza, a tutto quanto successo, alle scelte difficili (più o meno inaspettate) ed alle loro conseguenze (più o meno inaspettate, quantomeno nelle modalità). Ma in fondo se sono qui è anche per abituarmi a vivere nell'incertezza, per capire che non tutto si può pianificare. Imparerò, forse; per ora tocca farlo senza avere tempo per apprendere.

martedì 14 gennaio 2014

Cinquetresette

Mi sveglio, esco lasciando la stanza buia alle mie spalle; metto al collo la mia banalissima sciarpa di pile nera per contrastare il freddo che oggi è arrivato a Shanghai e mi dirigo a piedi verso la fermata degli autobus; pochi minuti di camminata solitaria con la musica nelle orecchie prima della consueto rally nel traffico sul veloce veicolo motorizzato Daewoo della linea 537.

Il bus mezzo vuoto e le note di sottofondo lasciano spazio alla mente per ripercorrere fatti ed eventi di queste ultime settimane; ci sono ingranaggi che non si incastrano a dovere, nebbie che vanno via via diradandosi rivelando grigie realtà e colorati dubbi. Sensazioni già viste, in parte già vissute; con la corda che inizia a tirarsi sulle vecchie cicatrici. Parole lontane di chi mi conosce rassicurano e rincuorano; in parte inaspettatamente ed in parte no; strana cosa l'amicizia.

Ho provato a mettere un paletto, un punto di svolta, in avanti; è ancora lì, devo arrivarci; e prima ancora incamminarmi, invece di restare fermo a continuare ad osservare lo scomodo gradino su cui sono seduto continuando a farmi male. Uno scatto deciso ci vorrebbe, uno slancio, una decisione di cui sono capace solo quando non è prevista e non è ordinaria.

Mi rimetto le cuffie e cerco di trovare il momento giusto per lasciare il fardello di pensieri che mi attanaglia e guardare nuovamente avanti; che di dubbi ne ho già tanti, e non è il caso di perseverare su strade infruttuose se non addirittura dannose. Ci ho provato, non si può dire di no. Non è ora, non è luogo ...non sono io. La strada davanti è la mia e mia deve tornare ad essere, con tutte le insicurezze che la contraddistinguono.

sabato 4 gennaio 2014

Sopra le nuvole


Su nel cielo, mentre il sole tramonta alle nostre spalle colorando le nuvole prima d'oro e poi di rosa, a migliaia di metri da terra. Lascio nuovamente l'Italia cercando di non pensarci troppo su questo A321 russo quando invece, come da programma, una volta in quota ed a velocità di crociera, dopo un altro pasto tanto bilanciato quanto di incomprensibile composizione (riso con carne e carote, salumi e formaggi, pane e marmellata e barretta energetica), i pensieri tornano a farsi vivi.

Provo di nuovo quella sensazione di sentirmi italiano all'estero e straniero in Italia; sento di nuovo le lacrime che per qualche momento vorrebbero uscire per la tensione accumulata e dissimulata fino ad ora, questo momento in cui mi accorgo nuovamente di dirigermi, da solo e di corsa, verso il mio futuro; vedo l'azzurro fuori dal finestrino diventare arancione, poi indaco e tendere quindi al blu; le luci sull'ala che iniziano a brillare nella loro rassicurante intermittenza.

So che c'è chi mi aspetta, qui e lì; c'è chi mi ha fatto passare dei magnifici giorni nel mio peregrinare di queste ultime due settimane a zonzo per il nord, alla ricerca di amici che ci sono ancora, che mi hanno fatto sentire, e mi fanno sentire a distanza, il loro supporto. C'è chi mi attende anche a destinazione, con tutti i dubbi e le paure del caso, tra scelte più che mai complesse, pazzie e sfide.

Tra mezz'ora l'aereo atterrerà nel buio serale di Mosca per la prima tappa del viaggio; meno di tre ore a terra prima di risalire su un altro Airbus grigio-blu-arancione che questa volta punterà deciso ad est; ed all'arrivo sarà di nuovo Cina, di nuovo Shanghai, di nuovo io da solo coi miei possibili futuri.

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