martedì 1 giugno 2021

Il 40esimo 4 giugno.

 


26 maggio del secondo anno pandemico, Raccordo Autostradale Firenze Siena, 120km/h, Svincolo di Impruneta. La sfanalata dei quattro fari a led della Porsche di Sandra entra, prepotentemente come è entrata lei nella mia vita, nell'abitacolo dell'Enterprise.
La telefonata era arrivata poco prima, con la semplicità di linguaggio che lei ha quando si sente (raramente nel mondo, spesso con me) a suo agio, simile a quella di un lavoratore portuale di Livorno. Eppure, è una delle donne più belle che conosco, che potrebbe sfoderare l'eleganza che ha in ogni situazione.
E invece: "Fava a che punto sei del ritorno? Si mangia insieme?". Avevo mangiato qualcosa a Padova, ma non potevo resistere.
Vengo da Portogruaro, patria della mia ex moglie. Ho alle spalle 800km di autostrada, dopo una notte pressoché insonne, 90€ di autostrada pagati e una giornata che distruggerebbe chiunque, ma non me. Ah, giusto: nel frattempo ho divorziato.
Non mi distrugge la guida, non mi distrugge niente del genere.
La risata spontanea travolge tutte le fatiche del giorno, una volta seduti a cena. Lei ha questa grande capacità: coi suoi occhioni azzurri mi guarda, coperta dalla mascherina dei Rolling Stones, e mi fa capire che, nonostante le apparenze, il mondo è semplice. E' stata il faro degli ultimi mesi di mare in tempesta, ma forse ancora non conosce la sua importanza. Lei stessa, nell'aspetto, non è semplice. Questa "costruzione" estetica e di un personaggio contrasta fortemente col suo carattere, che è semplice, diretto, immediato, come poche persone sanno fare. Non ha ancora fatto i conti con questo, e non sarò io a farglieli fare.
La sua bellezza estetica è niente in confronto a quella che porta dentro e riserva a pochi. E gliene sono grato.
Quella sera ci siamo abbracciati, e fu la prima volta: abbiamo rifiutato da sempre ogni contatto fisico in nome dell'amicizia ed è giusto e naturale così, perché è un modo per darsi ancora di più.
SS223, 120km/h.
Rientro dal Tribunale di Grosseto. Sandra è lontana. Chi ho accanto sta effettivamente comprendendo che siamo al preludio della fine del gioco, e che la fine del gioco non farà male. Per lei, la vita tornerà in "Posizione di equilibrio". Per me, come sempre, sarà il solito caos, la solita percorrenza delle strade in salita per arrivare a qualcosa che poi mi stufa.
Guardo la data e vedo che tra pochi giorni è il 4 giugno. Il 40esimo 4 giugno.
E allora mi domando che regalo vorrei per i 40 anni.
Non voglio oggetti, anche se i miei geniori mi faranno il solito regalo,  salvo poi doverli aiutare economicamente.
Non voglio niente del genere.  Non voglio nemmeno chi ho accanto come regalo, che sappiamo avere anche lei la testa altrove.
Vorrei l'abbraccio di Sandra, che mi fa sentire a casa, vorrei la chiamata di Giulia, che mi dice "ci sono".
Vorrei la donna della mia vita che si sveglia, spezza le sue risalenti catene, e spazza via ogni dubbio nei miei confronti. Vorrei un piacevole inaspettato che ad oggi non ho.
Vorrei la pazienza che non ho per recuperare quello che non posso ad oggi avere.
Vorrei smettere di lottare col mio aspetto fisico che mi fa schifo dagli anni
Ecco, vorrei pace. Pace.
Tutto questo per mia natura e per il mio carattere è impossibile. Tutto questo non è facile da ottenere.
E allora, buon compleanno, senza bilanci.

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