lunedì 5 agosto 2013

La distanza tra le parole


Parole... quante ne ascoltiamo e ne diciamo ogni giorno? Quante ne usiamo per costruirci una vita a cui pensiamo di appartenere ma che in realtà esiste soltanto nei nostri pensieri? Quand'è che riusciamo ad accorgerci di quali e quante siano di troppo ed evitare di pronunciarle? Quando riusciamo a farne a meno? Quante non ne diciamo che invece andrebbero dette? ...e quante di queste ultime si riassumono in un abbraccio?

A volte le parole non dette nel passato aumentano man mano le distanze nel presente; a volte, le parole non dette, servono solo a non diminuirle, le distanze, consciamente in previsione di un forzato distacco; altre volte restano semplicemente sospese in un limbo di cronica incertezza e di perenne insicurezza, tra distanze accorciate ma non troppo. Eppure ogni tanto le parole escono, e servono a ridare speranza ed a far uscire di risposta tensioni rimaste sopite, regalando qualche minuto di spensieratezza.

Ma quando le distanze aumentano è possibile recuperarle? Si può gestire una situazione dove la realtà di colpo non appare più come quella che era stata prospettata e si apre una voragine tra verità e fantasia? Quante altre parole ricadono poi in quella voragine che inizia a risucchiare storie e situazioni presenti e passate? Senza un ponte di salvataggio tutto viene rimesso in discussione e le due sponde sono destinate ad allontanarsi.

Allo stesso modo, probabilmente, mi dovrò allontanare, io, da questo mondo virtuale che tanto mi ha dato ma che forse poco rappresenta e rappresenterà la mia vita da qui in avanti. Forse continuerò a scrivere racconti dove le metafore sul mondo reale si intrecciano con la fantasia; forse troverò ancora il tempo di farlo in questo spazio che più volte ha visto sfogare i miei tormenti; forse le distanze non aumenteranno ulteriormente. Forse.

Ora i progetti personali vanno oltre quanto io abbia mai immaginato per me stesso, e ho bisogno di sincerità, quella che ho trovato nella mia pazza seconda famiglia di Milano e che seguiterò a portare con me nel cuore ed in quegli oggetti che, seppur impropriamente, ne rappresentano la memoria.


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