La felicità passa per noi stessi. Devo giocare troppi giochi, di recente. Devo giocare alla presona felice, che ce l'ha fatta a scappare da tutto questo. Devo giocare a quello che non si fa domande.
Perché le domande, molto spesso, non hanno risposta. E, appunto, i punti interrogativi fanno male.
Recitare la parte di quello che ce l'ha fatta è difficile, è un ruolo complesso. E dietro gli occhiali si cela sempre quello che c'è realmente e quindi mi nascondo sempre dietro di loro.
Vorrei che questa macchina che guido alle volte diventasse un aereo, per sorvolare i problemi che mi affliggono su questo pianeta, per evitare di evolvermi, per evitare di avere paura come ho alle volte.
E invece, come ho scritto prima, ci dobbiamo evolvere. E' condizione necessaria.Recitare la parte di quello che ce l'ha fatta è difficile, è un ruolo complesso. E dietro gli occhiali si cela sempre quello che c'è realmente e quindi mi nascondo sempre dietro di loro.
Vorrei che questa macchina che guido alle volte diventasse un aereo, per sorvolare i problemi che mi affliggono su questo pianeta, per evitare di evolvermi, per evitare di avere paura come ho alle volte.
Scorrendo le pagine della nostra vita, una ad una.
Non dovrei girarmi indietro così tanto, perché so che potrei trovarmi delle brutte sorprese.
E' come se io fossi ad un passaggio a livello in attesa che passi il treno, prima di ripartire. Ma i treni su quel binario passano veloci e nemmeno mi vedono. I treni passano e non so prenderli adesso. Non riesco ad aprirmi. Me lo domando il perché, e la risposta non arriva.
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