domenica 17 luglio 2011

Domenica al mare

stamattina, dopo una notte stranamente di sonno, io che ormai convivo con l'insonnia da qualche mese, raggiungo in treno mia cugina al mare. Alla stazione scopro che è in piedi una diatriba su quale sia il binario giusto, ogni persona da una versione diversa e addirittura un ferroviere ci comunica che la domenica quel treno è soppresso ma per fortuna non è cosi. Trovo un posto a sedere su un treno che è straripante di gente e in attesa della partenza guardo fuori e... un groppo sale in gola quando vedo una madre abbracciare la figlia arrivata in stazione, scendono le lacrime che provo goffamente a nascondere con gli occhiali scuri, il signore di fronte a me mi osserva come se fossi un'aliena, e forse lo sono.
Tornano in mente ricordi che fanno male, quando papà veniva a prendermi alla stazione, 40 km. dal minuscolo paese dove abbiamo la casetta, quella che era dei nonni, lei solitamente restava a casa a preparare qualcosa di buono da mangiare e io le dicevo sempre: "mamma, vieni anche tu a prendermi alla stazione, non ti preoccupare di preparare il pranzo" e le ultime volte, dandomi ascolto, veniva anche lei ed ero così felice ma non so neanche perché quel semplice gesto mi faceva tanto piacere, adoravo abbracciarla sorridente alla stazione, e la beffa della vita è che non ho avuto la possibilità di abbracciarla un'ultima volta...
Oggi ero seduta accanto ad un signore che aveva un libretto con gli orari dei treni e tutto il tempo controllava l'esattezza dell'orario al passaggio delle stazioni e questo mi ha fatto sorridere per un attimo, il mio cuore non si placava e le lacrime neanche e non vedevo l'ora di arrivare perché stare con mia cugina mi fa star bene e sono riuscita a sciogliere il mio groviglio di emozioni salito in gola soltanto 10 minuti prima di arrivare ed ho pensato che tanto mia cugina non mi dice nulla se mi vede con gli occhi gonfi.
Arrivata alla stazione una marea di gente si butta ad attraversare il binario nell'unico modo che non si dovrebbe fare, mi chiedo se sono in India e ordinatamente mi avvio al sottopassaggio, io che seguo sempre le regole e quando incrocio lo sguardo di mia cugina ci facciamo una grassa risata per quello che abbiamo visto: ecco qua è già terapeutica!
Nel tragitto prima di arrivare in spiaggia si fa colazione poi si passa al cimitero da zio e a prendere la frutta e la pizza bianca che ci piace tanto; con mia cugina si parla di tutto, dai libri da leggere alla nostra infanzia e alla fine mi sento libera di parlarle di come sto dentro e so che lei mi può capire. La giornata passa poi in ottima compagnia, per fortuna, sorrido e sto bene, riesco a dormire sul lettino e a rilassarmi e nei silenzi il traffico dei miei pensieri torna inesorabilmente... mi rendo conto che ho smesso di sognare, io che ho sempre sognato tanto, anche ad occhi aperti... ora gli unici sogni che raramente faccio hanno sempre un finale da incubo.
Vorrei un po' di felicità, solo un po'. Vorrei un biglietto aereo per andare lontano. Vorrei una persona accanto con cui condividere tutto. Vorrei non dover mettere la maschera ogni giorno e sembrare una persona diversa. Vorrei poterle parlare un'ultima volta, vorrei che mi leggesse nel mio cuore. Vorrei poter riuscire ad aprire i suoi cassetti, il suo armadio, poter riuscire a toccare qualcosa di suo. Vorrei non piangere ma è una debolezza a cui non mi oppongo.
Si torna a casa al tramonto, uno spettacolo stupendo che si ripete da sempre ed ogni giorno è diverso. Si torna a chiacchierare con mia cugina degli argomenti più diversi, mentre ascoltiamo musica degli anni '80, '90, di oggi... ad ogni canzone associamo un ricordo e infine sorridiamo, cantando a squarciagola una canzone di Raffaella Carrà...

Alla fine quel che conta è la qualità del tempo che si trascorre con le persone più care...

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