domenica 10 luglio 2011

Ritorno sul luogo del delitto. Controvoglia.


SS223, 120km/h...no, non sto scrivendo su un ricordo lontano. Sto scrivendo di ieri, quando l'ho ripercorsa, ancora una volta, verso la città di Grosseto.
Verso il Campo Toscana, ultimo, ultimissimo atto di una carriera lunga, lunghissima e che con presunzione posso dire chiusa in bellezza. Qualcosa che è finito, adesso.
Non sono solo a percorrerla, in questo sabato d'estate, con 37° che scaldano i freni, ma senza alcun cattivo odore come l'anno scorso. Non c'è fretta adesso.
Non sono solo, alla mia destra c'è la responsabile degli scambi giovanili dell'anno prossimo. Tutto intorno c'è caldo, tanto.
Cara strada, lo sapevo che prima o poi ci saremmo rivisti. Che la mia Mito qui ci sarebbe ripassata. Qualcosa è pure cambiato, c'è un parziale tratto nuovo aperto.
Nessuno sa quante opinioni ci siamo scambiati in questi 25000km di transiti affrettati, solitari alle volte tristi e altre speranzosi. Nessuno, nemmeno nella macchine vicine, sa che tu, SS223, fino a poco tempo fa eri mia e ti sentivi tale ogni volta in cui ci passavo.
Nessuno sa quanto ci parlavamo, strada mia. Nessuno sa quanto io volevo percorrerti prima. Nessuno sa che l'euforia iniziale di ieri veniva, pian piano, sostituita da un senso di vuoto.
Ieri, cara strada, siamo stati come due entità separate. Hai fatto passare me e la mia macchina, quasi senza salutarmi ed è tutto vero, non ce le siamo dette quelle belle cose, quegli incitamenti speranzosi che mi facevi quando tutto andava male.
Un anno fa, primi di luglio 2010, con una musica diversa ti sentivo mia. Mi incitavi ad arrivare, sempre primo. Era una bella lotta, in effetti, quando le macchine a Paganico si aprivano a ventaglio. Ora invece, metto la sesta e vado a velocità di crociera, insipida per sua stessa natura.
Non dovevo essere nemmeno qui, a dire il vero, ieri. Affannosa partenza, affannoso arrivo per il notevole caldo.
Giornata lunga, ancora di più del previsto.
Un tempo, per me questa strada aveva un significato. Adesso è una strada che conosco in ogni sua parte. Una semplice strada che è esattamente come le altre.
Purtroppo.
Non so quando ripasserò da qui, dopo oggi. Non so quando ci rivedremo, stradina mia. Forse davvero in una occasione speciale.
Ma non voglio fare alcuna retrospettiva, perché a guardare troppo nello specchietto non si sa mai cosa ci si trova.
Vorrei solo schiacciare questo acceleratore e buttarmi alle spalle questo forte senso di inutilità e di vuoto che alberga in me e non mi fa dormire.
Allora, SS223, addio. O forse arrivederci. Ma per ora, siamo perfetti estranei.

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