sabato 16 luglio 2011

La mia città



Sono pazza della mia città, guai a chi me la tocca; la amo profondamente e nel contempo la odio perché ormai è così invivibile, trafficata e sporcata da tutti, però nessuno si deve permettere di parlarne male.



E’ bellissima all’alba, quando nel dedalo delle sue strade non c’è il traffico che la rende così inumana, con l’arroganza e la maleducazione di chi, con gesti e parole, ogni giorno la deturpa in mille modi. Al mattino è cosi bella con quella luce chiara, quelle strade quasi silenziose perché ancora è mezza assonnata e si possono godere dei panorami mozzafiato. Alla sera, quando il sole cala e i palazzi diventano di un colore caldo che sembra si infiammino, si proprio come cantava Venditti in una celeberrima canzone: "quanno l'arancia rosseggia sui sette colli" e da un colore/calore fantastico a questa città eterna che trasuda storia da ogni cosa, anche un sampietrino.



Io ci vivo su uno dei sette colli, ormai diventato un quartiere multirazziale, molto multirazziale visto che noi italiani siamo quasi minoranza... ma questa è un'altra storia.



Adoro nei weekend passeggiare per le stradine del centro con la mia macchina fotografica e scorgere chiese, statue e palazzi che non ho mai visto prima, e sono talmente tanti che non so quante vite ci vorrebbero per conoscerli tutti. Mi piace sentire in un modo quasi palpabile la storia e i personaggi che sono passati per Roma, vicoli con targhe a memoria di passaggi illustri, di nuove scoperte, di invenzioni innovative e di leggende; io la "sento" davvero la mia città, sento che ne sono radicata e chiunque mi avesse chiesto, fino a qualche mese fa, se me ne fossi mai andata avrei risposto seccamente NO! Invece è proprio vero, mai dire mai, ora cerco solo un motivo per scapparne, mi sta stretta, la vedo con occhi diversi; il cuore fa brutti scherzi ma poi io sono una persona che fa sempre vincere la parte razionale... e questo non è sempre un bene.


Continuerò sempre a guardare le foto in bianco e nero, di un passato che è storia, forse perché anche una foto mi suscita emozioni... ... ...

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