mercoledì 13 luglio 2011

Perdersi? 2 - Pianto liberatorio

Eravamo rimasti al "Sei ancora capace di perderti?".
Bene, nell'era dei navigatori (svalvolate dei TomTom a parte), non è più così facile. Ci portano a destinazione anche se certi utenti della strada si fidano un po' troppo ciecamente di quello che dicono, perdendo anche il gusto di guardare fuori.
La posizione che adoro del mio navigatore è quella con la freccia all'insù, come si vede in foto. Sembra quasi dirmi "Vai, adesso, dritto per la tua strada, libero da ogni condizionamento". 128km di autostrada del sole, da quanto leggo, mi mancavano a raggiungere qualcosa o qualcuno (oggettivamente non ricordo le circostanze di quel viaggio a lunga percorrenza, ma era nel primo travagliatissimo mese di vita della cara Mito, quello in cui eravamo infatuati l'uno dell'altra prima di deluderci a vicenda).
Strada Comunale delle Lellere, 100km/h. C'è 70, lo so.
Dal 1999 sono sicuro che ci sarò passato forse migliaia di volte. Sesta dentro al ritmo di Bruce Springsteen. "Tunnel of love". Ancora. E allora accelero, ancora una volta, per tentare di uscire, a tutto fuoco, da questo tunnel, preparato a ricevere la botta di luce all'uscita, un infinitesimo di blackout che annebbia la mia vita.
Ho scoperto cosa devo fare davvero per perdermi. Andare avanti. Come dice il navigatore. Ma poi staccarlo e tirare dritto fino al molo, a QUEL molo. Da solo. Col cellulare spento. A mettere in fila i pensieri e spedirli via dalla mia testa.
Voglio la nave, ma MIA nave. Quella che tutte le volte mi saluta allegra e quasi mi aspetta, aspetta che io ci salga.
Ma quella nave al molo non c'è. Non ci arriverò stamani al molo. Le indicazioni "Grosseto/Arezzo / Perugia" sono sulla mia testa, a 120km/h, ma la mia uscita è a 500m da qui. Siena Ovest, solito giro. Solita vita. Ma una mattina lo farò. Oh, sì, ci arriverò a Passignano a prendere la nave.
Quello spettacolo naturale che dopo il cartello "Pietraia" ti si apre sulla destra, con il Trasimeno che si staglia così fortemente incastonato in quella buca, e tu ti senti quasi in vacanza. Ti senti libero guardando quello spettacolo naturale, che c'è ed è lì più a portata di mano di quanto possa sembrare guardando la cartina geografica.
Il motore a benzina silenzioso, questa volta favorirebbe lo spettacolo. Spegnere il navigatore, vivere su questa nave, per i 20 minuti della traversata. Sorprendere e sorprendersi.
Via di Pescaia, 100km/h, salitona verso il Tribunale.
Non c'è più amore, adesso. Non c'è più niente di quel sentimento malato che era diventato così doloroso. C'è stato il famoso pianto liberatorio questa notte. Quello che attendevo da mesi. C'è stato un messaggio con scritto "mi fai schifo", stavolta partito dalla parte inaspettata.
C'è stato uno spettro che ha preso il volo da me. C'è stata una decisione. Tutto in una notte. Tutto in misere 7 ore.
Mi sono liberato di te e dall'idea, esclusivamente l'idea, che tu ci fossi dentro di me. E ora, per davvero, devo trovare me stesso. Per poi darmi TUTTO PER INTERO a chi se lo merita.
Ho sbagliato. Ma non rinnego i miei errori.
Ma il pianto liberatorio di ieri, sull'amaca, e il furtivo rientro in casa mi ha portato a pensare che, per davvero, ero una misera, sbiadita, brutta, immagine del reale Andrea. Di quello che ama, vive, di nuovo.
Non colui che era arenato a causa di un'altra persona che lo arenava ancora di più, volutamente e con la massima cattiveria.
Tribunale, 5km/h a piedi. Caldo. Giacca. Cravatta. Vita degli altri. Ma soprattuto, stavolta, la mia. Che riparte da zero, oggi, 13 luglio 2011.
Ma almeno riparte. Le lacrime, stavolta, hanno lavato le pagine scure e hanno lasciato il posto a ricordi chiari e sbiaditi. Alla fiducia in me stesso che mi era stata tolta. Ci saranno momenti in cui inciamperò di nuovo. Ci saranno momenti in cui starò di nuovo male, per carità. Ma adesso è tutto sotto controllo. Lo era anche prima ma in un modo diverso. Riprendo possesso delle chiavi di me stesso, adesso. E apro la porta.

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