mercoledì 20 luglio 2011

The sound of silence

Che suono ha il silenzio? Alle volte un suono troppo forte. Alle volte è pacifico. Alle volte ha un rumore di sottofondo, quando la nave va. Un silenzio che alle volte veniva riempito da una telefonata, all'ora di pranzo, quando venivo via da qua e...adesso è diverso.
Oggi spira un vento da nord, un maestrale bello teso. Un maestrale di quelli che ti fanno uscire di poppa con la barca a vela, che ti fanno rientrare con una perentoria bolina a vele cazzate in corsia. Bello, questo maestrale.
Traversa maremmana, 115 km/h. Nella Mito suonano i New Order. Laggiù c'è la via di Grosseto, ma girerò prima, fortunatamente. Quella musica è stata la colonna sonora di un viaggio a Milano di gennaio 2009, ove successe qualcosa di strano, magico, crollato subito ma, la soddifazione, seppur effimera, fu tanto. Giocare a fare la coppia di lungo corso per 2 giorni, riprendere il pullman e...tornare come prima non fu così facile.
La strada scorre, ormai, i miei pensieri sono in fila. Strane telefonate, inguastite dal fatto che nella mia vita non c'è più, forzatamente, una protagonista femminile. In questi romanzi non c'è più, appunto, alcuna protagonista femminile. Non c'è più niente, se non qualche apparizione di un nome di 4 lettere sul telefono, c'è solo questo vento che irrita gli occhi e li fa lacrimare, c'è "True Faith" con il suo gasante assolo che mi fa premere questo acceleratore nel vano tentativo di uscire da tutto questo. La macchina corre, adesso, velocissima. I castelli accanto e i campi lontani passano veloci, come immagini di una amara vita passata.
E' vero, alla fine non eri più tu quella che mi stava accanto. Forse ho vissuto nella speranza che tu tornassi la ragazza che eri, che tu fossi davvero quella che dava il 100%, e non quella che, nel momento in cui si riscopriva capace di dare tutto, si impauriva e si sentiva indifesa,
Quella che eri, appunto, e che l'ambiente che frequenti, le vicende della vita, e forse anche un po' di volontà, hanno fatto diventare una lontana e cinica figura vendicativa. Non esiste più la donna speranzosa e tenace, sicura di vincere questa battaglia contro un passato scomodo, del tutto risolto. E forse, l'ho uccisa io. 150km/h, traversa maremmana. I cartelli Grosseto ci sono sempre ma non posso espiantarli. I ricordi non possiamo espiantarli. Ma non dobbiamo vivere di ricordi di un passato, di speranza di tornare "quello che eravamo". Ho ragione in questo, che adesso so essere la verità, che prima negavo a me stesso con ogni mezzo. Non saresti mai tornata. Il dolore per te è stato troppo, e nemmeno infliggerne una quantità industriale al sottoscritto è servito. Mi dedico a scappare, adesso. Ma tanto non te ne importa nulla.

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