lunedì 18 luglio 2011

The break of dawn

Alba. Nave delle 5:10. Il nostro fine settimana all'Elba è finito. Sonno, tanto. Ma alle 4:54 di stamani mi appare davanti Aethalia. Nave della Toremar, molto bella. Con lei abbiamo diviso tutti o quasi i viaggi all'Elba. Eccolo, il mio pensatoio preferito.
Il sole non è ancora sorto, ma salgo sulla murata di dritta e....sopra cavo ecco i primi riflessi dell'Alba. E che alba. A quest'ora tutto tace. Tranne il sincopato e regolare rombo del motore diesel della nave. I peschereccini rientrano e il rosso, l'arancione, e il giallo vogliono fare capolino dietro Punta dei Ripalti, dietro il faro di Palmaiola che ancora lampeggia, quasi ad indicare romanticamente una via che radar, GPS e altre novità tecnologiche tracciano con asettica precisione.
C'è pace, quando Aethalia si lascia alla sinistra la fortezza medicea di Portoferraio. C'è pace a bordo, quasi tutti dormono. C'è pace fuori, quando le luci delle lampare a poco a poco si affievoliscono e rientrano. C'è pace in questo tratto di mare, adesso calmissimo. Mentre un giorno si schiude e sale alla ribalta, come un segno di rinascita imprescindibile.
Guardo avanti e mi accorgo che sto lottando. Sto lottando con la mia voglia di essere maturo, ma al contempo di essere anche giovane. Sto lottando con qualcosa che fa piangere sul serio, ovvero il rendermi conto che forse dovevo muovermi prima ed accettare la realtà.
Non so più che pesci prendere. Ma Aethalia mi indica la via, in questo giorno. C'è la via del parcheggio dell'Avis. Il riprendere la macchina e il fare 120km verso casa.
Ma quello che penso io non conta adesso. Conta il fatto che Aethalia va, imperterrita, veloce, forse segna una ripartenza.
Ma la realtà è diversa. Il viaggio dura troppo poco, come sempre, per farmi partorire un pensiero giusto, una reazione giusta per rinascere.
In macchina, serie di canzoni dolorose.
C'è un dolore che non se ne va contrapposto alla voglia di separarsene. C'è qualcosa, sempre.
La strada è ancora lunga. Lunga. Lunga. E non so se ce la faccio ad arrivare in fondo, stavolta.

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