lunedì 4 luglio 2011

Fare strada

Si parte, sempre, in ogni percorso, con l'idea di fare strada. Strada insieme, magari. La realtà dei fatti smentisce comunque ogni velleità, e molto spesso vanifica mille propositi iniziali, così come quelli fatti all'inizio del percorso.
Molto spesso si passa per strade diverse. Si scende e ci si riprende dopo un tratto a piedi.
Sono stato, forse, parte anche io di voletti, guizzi. Ma nessun volo a planare, come la nostra conservativa, è stato da me affrontato.
Sono sempre stato come un jet di quelli potenti, che faceva le grandissime evoluzioni, ma poi ha stallato e si è schiantato al suolo.
Non ci sono mai state vie di mezzo nella mia vita. Sbagliando.
E allora, via con i pensieri. Voglio fare le cose che non ho mai fatto.
Vorrei correre mano nella mano su una spiaggia, col cielo coperto e poi buttarmi in terra in un abbraccio. Vorrei avere la libertà. Sentirmi libero di nuovo.
Sentire che Andrea non ha vincoli, non si obbliga ad andare in un posto o nell'altro. Non mi è mai capitato nemmeno di avere il coraggio di riprenderlo quel volo. Gli aerei, a terra, sono inutili. Così come lo sono io.
Sono inutile senza me stesso, sono due occhi senza pupille, bianchi e vuoti.
Senza obiettivi si muore e sto leggermente, lentamente morendo. Ho bisogno di isolarmi, fermarmi al lato della strada, meditare, guardare la scogliera e il mare.
Ho bisogno di vivere di nuovo, di non sentirmi obbligato a fare una strada.
Ho bisogno di scegliere davvero su quale pianeta atterrare.
Come oggi: SS68, 100km/h. Il sole lambisce e riscalda la scarsa superficie vetrata della mia macchina, riflette un bel rosso sulla vernice incerata.
Voglio avere, trovare, il coraggio di fuggire, stavolta. Anche per un giorno. Anche per un paio d'ore. Di spegnere il cellulare e partire per chissà dove. Senza sentirmi obbligato a chiamare, dover fare qualcosa.
Lo voglio fare, adesso. Sopra ogni cosa. Necessito di guardarmi dentro. Di capire dove porta questa strada che credevo conosciuta ma che di fatto non lo è.
Solenni perché affollano stasera questa strada. Vanno veloci come Lamborghini e io quando tento di rincorrerli non li riprendo.
Ho voglia di urlare, in questo silenzio. Ho voglia di sentire che ci sono.
Ho voglia di piangere. Per lavare con le lacrime tutto lo sporco che è in me.

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