sabato 16 luglio 2011

Chissà dove mi porterà questa marea...


"L'autostrada scivola veloce, sto mangiando quel gelato che ti piace...chissà dove mi porterà questa marea..." Recitava così una canzone degli Articolo31 che soleva accompagnare le mie estati da ragazzina.
Stamattina la sveglia ha suonato troppo presto, dopo 4 ore di sonno, a causa di mojito e champagne, e del caldo, devo essere bella e pronta, per un appuntamento di lavoro. Dopo il caffè di papà, mettersi in auto non sembra più così tragico,e parto alla volta di Mondello.
L'aria è ancora sopportabile sono le 9,30 di un sabato mattina di luglio, e il resto del mondo non sembra stare in autostrada, ma sembra dormire o essere a mare. L'A19/20 è mia, tutta, provo a non distrarmi, alzo il volume della radio, e ascolto quello che passano le stazioni, mio fratello ha fatto razia di cd durante la mia assenza. Qualche canzone estiva che mette il buonumore, e qualche vecchio successo. Passano "Estate" dei Negroamaro, qualcosa di James Blunt, e Bruno Mars. Il piede è ben deciso sull'accelleratore e a quel punto eccoli lì i miei pensieri. Ieri non ho avuto molto tempo per starci a pensare, ma oggi non posso scappare. Gli stessi scatti di una stessa scena, continuano a confondermi. L'estraneità a quello che mi circonda si fa spazio tra tutto. Mi pongo una domanda, e preferisco non sapere la risposta, farebbe troppo male ed in questo momento non ne ho bisogno. Passo spavalda da un Autovelox segnalato da circa 3 anni, ma che a quanto pare non ha mai funzionato, il limite è a 100Km/h e io passo a 120Km/h, niente di eccezionale, ma ho voglia di fare la spavalda. Guardo l'orario al mio ingresso a Palermo, sono il largo anticipo, decido di non continuare con Viale Regione Siciliana ( via che passa palermo in modalità autostrada e la collega a Trapani) ma di prendere dal centro, di attraversare Palermo. L'idea è ottima dato che a quell'ora è praticamente deserta. Palazzo dei Normanni, la Cattedrale fino ad arrivare a Piazza Politeama si scagliano davanti a me, e le strade sembrano essere a mia completa disposizione, ammiro la città dormiente dopo il Festino di Santa Rosalia, e ne rimango affascinata, ammiro le piazze specchio di quella Sicilia che ti sorprende e preoccupa. L'aria condizionata è messa bassissima, voglio sentire il tepore del sole, la prima scottatura inizia a soffriredi questo solo che già alle 10,00 sembra molto caldo. Lo spettacolo vero e proprio si presenta ai miei occhi appena entro nella così detta "Realtenuta" in viale Regina Margherita, gli alberi chiudono la strada e l'ombra fa da conforto a quella strada che finisce dritta a mare, passando per quelle ville che negli anni 20 erano la massima espressione dello stile liberty e della bella vita estiva palermitana. Adesso nobili non ce ne sono più, e Mondello rimane centro di divertimento della Palermo In. A me non mi è mai piaciuta quella spiaggia, troppo larga con troppe cabine e senza intimità. Ho sempre preferito Cefalù, e non sono mai stata una frequentatrice assidua di Mondello, ma devo ammettere che un pò di allegria te la da. Ragazzi con le bici e donne in pareo, bambini con i braccioli, ed un tipo che vende le pannocchie.
Mi dirigo al luogo dell'appuntamento, dopo due ore esco abbastanza soddisfatta per l'impresione data. Sembravo del tutto entusiasta di partire venerdì, ho mostrato tutta la mia competenza in materia, e i genitori dei ragazzi che accompagnerò avevano tutti un sorriso stampato in faccia!
Esco dalla villetta compiaciuta, una cosa è certa parto di malavoglia forse, ma sono la più competente al momento di Vacanze studio in Inghilterra (ritorna la mia palese immodestia).
Sono riuscita far vedere la parte di me che più stimo, anche se mentre parlavo qualche flash di scena mi arrivava.
Risalgo in macchina, metto su i miei Rayban e stavolta sono costretta a prendere tutta viale regione, sterile strada con le diverse uscite palermitane, il limite è un'utopia (70Km/h) penso che non lo rispetti nessuno, stranamente non è trafficata, e raggiungo l'autostrada in poco tempo. Faccio le curve che mi separano dal tratto panoramico del mare, che dura fino all'imbocco di casa mia, velocemente ho bisogno di guardare qualcosa che mi dia senso di infinito. Lo vedo respiro e scoppio a piangere, e vorrei che qualcuno mi fermasse. Vorrei che arrivasse a dirmi ti fidi? Vorrei potermi fidare di tutto, invece mi sono trasformata nella diffidenza fatta persona. Vorrei che tutto potesse essere come la mia macchina, semplice e non pretenziosa. Prendo lo svincolo dell'autostrada tentando di fermare i singhiozzi, il mare oggi è un'pò increspato, e io non distolgo gli occhi dalla mia sinistra. Se non fossero le 13,oo mi fermerei li sola, a guardarlo e aspettare una risposta, ma adesso non posso. Ci sono favole che non vanno raccontate, segreti che teniamo per noi, e che riapriamo ogni tanto solo per vedere se hanno mutato il loro posto dentro di noi, ma ci rendiamo conto che non lo hanno mai fatto. Ci sono cose, luoghi e persone che entrano dentro te nel giro di qualche millesimo di secondo, così quando non l'avevamo calcolato, poi vanno via veloci delle nostre vite, ma quel posto lo mantengono, ci sono persone che stanno accanto a te da una vita e quel posto non se lo sanno guadagnare. Stringo i denti e penso che, tra una ventina di giorni magari la vivrò diversamente e sarò entusiasta di come siano andate le cose...
La solita strada di campagna e il parcheggio di casa mia, arrivo e respiro forte, ce la farò come sempre del resto...

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