"...Come sempre suole accadere in un lungo viaggio, alle prime due o tre stazioni l'immaginazione resta ferma nel luogo di dove sei partito, e poi d'un tratto, col primo mattino incontrato per via, si volge verso la meta del viaggio e ormai costruisce là i castelli dell'avvenire..." (cit. Tolstoj). Strade diverse, vite diverse, posti diversi, mezzi diversi. Ma la meta è il viaggio e il viaggio siamo noi. E non ci fermiamo mai.
mercoledì 27 luglio 2011
Prospettiva inusuale
E guardo la finestra romboidale, contornata da quel legno duro e impervio, fatto per resistere alle intemperie, di qualsiasi sorta, forse. Dietro al vetro risplende un cielo color Inghilterra, perlaceo, appena azzurro, appena plumbeo. Un cielo variegato come le idee di chi non si decide, perché non sa, non perché non vuole.
Mi alzo. Osservo da dentro a questa stanza i fiori violacei cresciuti, ormai grandi, dentro al giardino. Non li avevo mai visti così belli, non li avevo mai visti da qui. Sopra di essi spicca una rosa, solitaria, che svolazza appesa ad un ramo sottile e ricurvo, come la testa di chi non riesce più ad andare avanti.
Rosso, viola, grigio.
La sovrapposizione mi da’ da pensare.
Non è malinconia, tantomeno nostalgica mancanza. Mentre scrivo il cielo si schiarisce e lascia il posto ad un azzurro diamantino, molto più consono e pertinente alla flora circostante.
Passa un autobus.
La poesia svanisce. Ciononostante a volte è bello semplicemente osservare le solite insignificanti forme da una prospettiva insolita, emotiva, naturale.
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