ci sono viaggi e viaggi, detta così non significa nulla ma è chiaro che ci sono diversi tipi di viaggio che si possono o devono fare; ci sono i noiosi viaggi di lavoro, i tanto attesi viaggi delle vacanze, i viaggi alla scoperta di un luogo che da sensazioni forti, spirituali, i viaggi inaspettati organizzati all'ultimo minuto e a me è toccato fare anche un viaggio traumatico, una domenica mattina dello scorso novembre... di sicuro rimarrà indimenticabile nei miei ricordi.
E' diventata poi una bellissima consuetudine, un'esperienza indimenticabile, al di là del fatto di essere cattolica; ogni volta che quella settimana finisce e ci si saluta alla stazione resta l'amaro in bocca per l'attesa del prossimo viaggio. Si parte in treno e per arrivare ci vogliono 23-24 ore (salvo imprevisti, come è capitato, per arrivare a 30 ore di viaggio), su un treno pieno di speranze e di dolore, lì ho conosciuto tante madri coraggio, quelle a cui Dio ha donato delle creature speciali, donne con una riserva d'amore infinito. Lì ho conosciuto bambini stupendi ed ho visto così tanti sorrisi, così tanta gratitudine quasi da riuscire a coprire quanto dolore è invece presente.
Il panorama poi è mozzafiato: siamo ai piedi dei Pirenei, alzi gli occhi e vedi cime innevate e un fiume di montagna con acqua trasparente che attraversa il Santuario.
Quest'anno è stato il primo senza la mia mamma, lei che ci è venuta per tre anni ed era così felice ogni volta di tornarci, è stato diverso dagli altri proprio perché me la vedevo lì in ogni luogo in cui era passata. E questa volta ero anche io tra le tante, troppe persone che portano un dolore, si... ognuno ha il suo.
Nonostante ciò tutti mi sono stati vicini, tutti mi hanno dato una parola di conforto anche se il loro dolore è più grande del mio; ricordo ancora il pomeriggio che abbiamo accompagnato i nostri Amici assistiti lungo il fiume per la via crucis e... osservare chi ogni giorno porta davvero la sua croce. Per la prima volta non sono riuscita a stare lì in mezzo a loro, mi allontanavo di qualche passo, giusto per arrivare sulla riva del fiume Gave, a fissare il silenzioso movimento poetico delle sue acque nonostante una notevole corrente e... un pianto dirotto, senza fine, disperato si è concretizzato! era impossibile fermarlo ed ero così imbarazzata, in mezzo a tutti e pur voltando le spalle al gruppo, tutti hanno visto. Benedetta, una ragazza con cui fino a quel momento non avevo scambiato una parola, con una sensibilità profonda quanto inaspettata, si avvicina sorridente e mi posa in testa una coroncina fatta da lei con le margherite raccolte. Questa ragazza ha fatto un piccolo miracolo, mi ha fatto sorridere e placare l'anima ed ho smesso di piangere.
In questi anni ho conosciuto tante persone meravigliose, io che al primo viaggio ero smarrita e impaurita, pensavo di non farcela e invece ho scoperto che bastano la semplicità, una parola, un sorriso, una carezza per tirar fuori il meglio dalle persone, me in primis che ancora non sapevo cosa avrei trovato e cosa comportava quel primo viaggio così lungo... dentro e fuori: portava persone così diverse per cultura e ceto sociale in un contesto in cui tutte diventano inevitabilmente uguali.Probabilmente la vita è un viaggio che dovrebbe portarmi all'unico vero punto di arrivo: conoscere me stessa e trovare la pace interiore.
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