venerdì 8 luglio 2011

Strade da imparare

Ci sono strade che devi imparare per lavoro. Altre che impari, quasi per caso, per amore. Altre in cui prima passi per amore e poi per lavoro, che non sembrano poi la stessa strada, tanto diverso è il motivo che ti muove.
Ci sono strade su cui consumi benzina, in cui consumi addii, in cui consumi pensieri e riflessioni importanti per la tua vita. Le posso elencare tutte.
Ci sono strade in cui la tua macchina si sente a suo agio, altre in cui la senti ostica e sai che non ci vorrebbe passare.
La mia macchina monta un efficientissimo e molto aggiornato sistema di navigazione integrato.
Ma ci sono strade su cui ti basta passarci una volta sola, anche di notte, per poi ricordarle e saperle anche nell'era dei navigatori. Ci sono strade su cui passi una volta, credi davvero che sia quella buona, ma non lo è, e allora ti tocca sempre usare il navigatore con la scusa degli autovelox, tutte le volte. Ci sono città che non impari nonostante che, per anni, tu metta le tue ruote su ogni sua strada.
E ancora, quella città non la conosco.
Ci sono strade che sei felice di aver preso, anche se non le imparerai, se le vedrai una mezza volta e via.
E ti domandi perché il tuo inconscio, il tuo cervello impara stradacce diverse e senza significato, ma NON la città dove vai quasi sempre, che non è neppure così grande.
Ci sono strade che, di notte, con l'asfalto caldo dell'estate, ti fanno sentire davvero in viaggio verso te stesso, e allora accosti, scendi, guardi il mare e ti senti sperduto, ma questa sensazione di dispersione la vuoi con tutto te stesso.
E allora rimani fermo a guardare "da fuori" quel te stesso appoggiato al guard rail della piazzola della strada costiera.
Ci sono strade magiche che non sai dove ti portano, non sai dove sei, ma guardi la lancetta della benzina ed è in una confortante posizione di 3/4, e sai che da lì, prima o poi, entro 600km ne uscirai.
Ci sono sere in cui la macchina sa che devi dissetarti di vento e allora abbassi i finestrini e il vento lambisce il collo e diventa motore di pensieri.
Ci sono strade in cui d'infilata ti domandi chi sei, cosa fai, dove vivi e se questa vita davvero ti appartiene, e la risposta è inevitabilmente no.
Ci sono strade in cui menti, a te stesso e agli altri, sapendo che quella non è la verità e ti viene l'ansia, forte.
Ci sono strade a senso unico, in cui il cambiamento è foriero di sofferenza.
Ci sono strade con tornanti, quando la notte non hai voglia di tirare. Ci sono strade in cui piangi. Anche per ore. A13, SS223, RA03, e l'accelerazione bruciante, il vento forte che crea fruscii aerodinamici e la sensazione di fuga non ce la fanno a soffiare via lo sporco che hai dentro, la sofferenza. E allora premi quel cavolo di acceleratore senza tutor e continui, nel tuo senso unico. Sbagliando, ma qui doppi sensi non sono consentiti. Nella mia vita non c'è mai stata una seconda possibilità. Non ho mai ripreso quello che ho perso.
Straziante è perdere la fiducia e la voglia di lottare, come capita alle volte su certe strade.
Anche i lottatori più forti, e lo sono stato inaspettatamente, hanno bisogno di riposo per ricominciare a lottare. Per tentare davvero di essere felice.

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