mercoledì 6 luglio 2011

Il mio battesimo sull'ammiraglia

Strada delle Bagnese, 40km/h è quello che il massimo del traffico, su questa stretta strada, in questo preciso punto dell'universo, in questa grigissima mattinata consente di fare. Mi assuefaccio all'idea di arrivare in ritardo.
Ma in realtà ho calcolato male i tempi e, anche senza tirare, il copioso ritardo diventa un bellissimo anticipo da godersi a 110km/h guardando i tornanti e i campi di lato alla mia macchina.
La versione acustica di "D'You know what I mean" degli Oasis accompagna me e la rossa Mito, che da guardare di profilo è bellissima stamani, come bellissima è la sensazione di dover fare un po' di strada.
E allora scompongo le sensazioni che mi portano a camminare, leggero, su questa superstrada, e ad accantonare i brutti pensieri che inevitabilmente, ogni tanto, rimbalzano davanti.
E allora faccio il test dell'Alce per evitarli.
La Mito corre, dove il mio anziano babbo passava e distruggeva gli specchietti sinistri della Serie 5, ormai più di 10 anni fa.
Ricordo bene il mio battesimo su quell'ammiraglia in quell'estate 2000. Era semestrale, bella. Blu. Potentissima. Io ragazzetto appena 19enne su un 525tds con scatafasciate di cavalli, radica stupenda, fari allo xenon, sensore pioggia, 6 cilindri. Un sound eccezionale e....18km/l se uno guidava da persona civile.
Lo ricordo come fosse ieri. Ricordo il feeling dello sterzo.
Non era asettica, era emozionale. La amavo per davvero. L'unica "estera" che mi sia mia piaciuta delle ammiraglie casalinghe. Poi la bandiera di ammiraglia della flotta passò alla Mercedes, anonima, poi dal 2008 in capo alla Lancia Ypsilon, che a testa alta, nonostante le piccole dimensioni, la portò fino a ottobre 2010, rilevata in modo fallimentare dall'ultima Alfa casalinga.
Fiume di emozioni, quando il sole sorgeva quella mattina e tornavo da Pistoia dopo un fugace incontro a 225km/h e l'ammiragliona sembrava dirmi che non voleva altro che la guidassi io, ragazzino immaturissimo con la voglia di fare il pilota.
Sensazioni. Se avesse percorso la SS223, ne sarebbe stata degnissima protagonista.
Da navigatore dell'ammiraglia mi trasformai, dopo il primo corso di pilota, in guidatore ufficiale.
E' così che ci si trasforma. Ci si evolve. Si fanno i conti con nuove responsabilità, che troppo poco spesso mi sono preso quando dovevo e troppe volte quando non ne avevo me ne sono accollato l'onere, rilevando indenne chi non se lo meritava.
Superstrada Firenze-Siena, una mattina grigia d'estate. La BMW non c'è più da 6 anni ormai.
Ma è come se ci fosse. Nel mio cuore. E' come una storia importante che ti lascia il segno. Col tempo finisce. Col tempo finisce tutto, e magari te ne prendi anche la colpa.
Ci sarebbe stata bene, sotto al giardino degli aranci ad assistere ad un bel tentativo di riportare le stelle nella posizione giusta.
Come ho detto prima, non smettiamo mai di evolverci. E nella nostra evoluzione, in momenti successivi, vediamo cose che non abbiamo visto.
Ad esempio, che le stelle sono ORA nella posizione giusta e prima erano forzate a creare uno spettacolo a mio uso e consumo, una pantomima bellissima ma dietro la scenografina non c'era niente, non c'era sostanza.
E allora, continuo a correre. Verso di me, verso la strada giusta.

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