lunedì 1 agosto 2011

Mollare gli ormeggi

La nave partì, con l'inusuale traiettoria di chi sa che non deve fare tante manovre e di avere una marcia in più rispetto agli altri. Con una quasi inspiegabile velocità di manovra, tipica delle navi quasi nuove, l'Acheos salpò alla volta della sua meta. Lentuccio in crociera, veloce in porto. Al ritorno perché non gira ed ha due prue dà un quarto d'ora alle altre navi in servizio.
Molla gli ormeggi, e va. Dentro ha un bellissimo bar, una boutique di quelle vere. E' una nave bidirezionale ma veramente favolosa. Strano a dirsi, la nave in questione si muove con una sorprendente agilità.
L'agilità di una persona che molla gli ormeggi dal suo passato, con la spavalderia che dovrebbe contraddistinguere chi si libera del medesimo.
Il mio passato è morto. O meglio: quel passato è ancora vivo ma quella persona è morta. Non è più lei. E forse non stava bene con me proprio perché mancavano quei giochi che faceva con altre persone, che minano la fiducia e la felicità nella coppia, che distruggono la tranquillità.
Ecco, quella persona è morta. Con lei è morta l'idea che, forse, sotto quella cenere, covasse ancora qualcosa. E invece no. Dispiace sempre non sapere la verità.
Come Acheos che proseguì nell'alba la sua corsa, dovrei correre io. Oddio, in queste condizioni sono piuttosto inabilitato ma...gli ormeggi sono mollati. E non fa bene una cosa del genere. Ma prima o poi, se la nafta non finisce, ad un altro porto ci si arriva.
Alle volte, nella mia vita, ho finito la nafta in mezzo al mare, quando c'erano le tempeste. All'S.o.s. non rispondeva nessuno. E allora dovevo governare da solo questa nave in balia della corrente. Tante altre navi passavano e non si fermavano. Ecco. Fine. Speriamo di aver imboccato la via giusta, come a scomporre il passato e ricomporlo, ricostruendolo dopo la tempesta. Te, rottame incagliato su uno scoglio ma non ancora affondato, vieni recuperato da un rimorchiatore, trainato in porto, riparato, e poi sei pronto nuovamente a solcare i mari. Specialmente quello della vita.
Ma per fare questo, per arrivare al porto, si deve attraversare una brutta tempesta.
E dentro di me c'è un po' di tempesta ma c'è anche il porto con le sue luci.
Acheos arriva, non fa manovra, frutto della modernità. Apre la pancia e 140 macchine escono. La mia uguale. Grazie, Acheos, di essere entrato nei miei ricordi ed avermi fatto riflettere che il mare in tempesta fa sempre bene, quando si arriva in porto.

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