lunedì 15 agosto 2011

Una vita da finto pilota

Sapendo quanto mi piaccia guidare, fare più di 6000 km in tredici giorni da passeggero (dannate assicurazioni delle macchine aziendali!) obbliga a fare delle riflessioni; lasciando ad un altro post le riflessioni che ho iniziato a fare sul ruolo dei maestri e degli allievi nella vita, provo a concentrarmi su un altro argomento che mi frullava in testa in quei giorni da passeggero.
Che differenza c'è tra guidatore, autista e pilota? (o anche, "perché hanno guidato guidatore e autista e non il pilota?"). Guidatore è quella persona a cui, indipendentemente dal mezzo, basta arrivare a destinazione; autista è colui che, indipendentemente dal mezzo (che comunque però cerca di conoscere), punta a portare a destinazione sani e salvi i propri passeggeri ed il proprio mezzo; pilota è colui che, imparando a conoscere il mezzo e la strada (ma spesso basta solo il mezzo), indipendentemente dalla destinazione e dei passeggeri, vuole guidare al meglio delle possibilità, siano queste, non volendosi limitare al pilota "da pista", anche di efficienza e comodità piuttosto che di velocità (relativa o assoluta che sia).
Chi sono io? Tendenzialmente un pilota, anche se quando ho qualcuno in macchina faccio finta di fare l'autista ...o forse è il contrario? Senza pormi troppe domande credo che inserirò anche questo nell'elenco dei dualismi indecisionali che mi riguardano. A meno che... a meno che anche il mio modo di essere autista, cercando di non far quasi nemmeno percepire ai miei passeggeri gli attimi in cui la frizione stacca per cambiare marcia, cercando di calcolare traiettorie e accelerazioni in modo da ridurre l'accelerazione laterale nelle curve, l'evitare le frenate brusche ...solo per i passeggeri che ho a bordo e che molto probabilmente sono ignari di questo mio comportamento? Si, forse in macchina mi fa essere un finto pilota.
Perché finto? Perché appena esco dall'auto finisce il gioco ed è la vita che ha in mano me e fa di me quel che vuole; divento passeggero, quasi passivo, di un destino che sembra quanto mai ineluttabile, qualsiasi esso sia.

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