martedì 30 agosto 2011

La via dei prepotenti.

Oggi sono in vena di provocazioni, e se proprio devo provocare perché non farlo in modo ironico?

Per questo motivo, mi limiterò a scrivere un saggio breve, dedicandolo a tutti coloro che nella loro “carriera automobilistica quotidiana” hanno frequentemente speso il loro tempo collezionando multe, a volte giuste, a volte ingiuste, a volte condite della leggendaria affermazione: “Cosa? Non lo sapevo!” poco credibile e soprattutto inutile, specie se con cotale stratagemma si intende evitare l’inesorabile mannaia del codice stradale (ignorantia legis non excusat).

Dedico questo saggio a tutti quegli eroi che scendono in pista ogni santo giorno per esigenza, partendo dal presupposto: “se proprio devo mettermi al volante perché mai non cogliere l’occasione per divertirsi un po’?”. In un mondo in cui il lavoro scarseggia, e quel poco che c’è è sempre più frenetico e dettato dai tempi, arrivare prima a destinazione è tra le altre cose, un fattore molto producente.

Tuttavia, in contrasto con questa premessa, il seguente saggio non parlerà dei soliti “cornuti e mazziati”, bensì di chi al contrario le leggi le approva, predicando bene e razzolando male, invitando gli automobilisti alla cautela, trasmettendo spot surreali sulla sicurezza stradale ed essendo spesso i primi ad ignorarle del tutto. Con questo non intendo certo giustificare i sinistri degli automobilisti indisciplinati, per carità, invito solo all’equità alcune categorie che a parole danno il buon esempio, ma in pratica no:

Nella loro nuova opera “Vandali”, G.A. Stella e Sergio Rizzo aprono le danze con un capitolo intitolato “La storia sotto le ruote delle auto blu”:

“Se non fosse per il fastidioso selciato millenario che a tratti obbliga gli automobilisti a rallentare, l’Appia Antica sarebbe proprio una bella bretella autostradale. Niente semafori. Niente traffico. […] Direte: ma percorrere la meravigliosa e delicata Regina Viarum in macchina non è proibito da decenni? Certo. Fatta eccezione per i mezzi di soccorso e le autoblu. Vuoi mettere la comodità?

L’Appia antica è stata spesso amata dai prepotenti. Scortato dai pretoriani, Commodo la percorreva speditamente per raggiungere la splendida villa dei Quintili.

[…] Per farsi largo sulla strada, il sanguinario imperatore e la sua guardia usavano la frusta. I consoli e i proconsoli del potere d’oggi usano i lampeggianti sul tetto. […] sfrecciano a cento all’ora sui sampietrini del primo tratto ignorando il limite di quaranta, inchiodano appena passata la tomba di Cecilia Metella per superare lentamente duecento metri di basolato, che sarebbero fatali per le sospensioni delle monumentali berline […] ”

Con Vandali, Stella e Rizzo (La Casta, La Deriva, per citare le opere più rappresentative), tornano nuovamente a puntare il dito contro la casta politica odierna. L’opera si concentra in particolar modo sui beni culturali del nostro bel paese, di cui andiamo particolarmente fieri ma che spesso trascuriamo (ad iniziare dai piani alti).

Per quanto riguarda questo blog, mi è sembrato appropriato citare l’episodio introduttivo dell’opera, invitandovi a pensare, quando il baldo ufficiale vi annota sul verbale per un parcheggio di un millimetro al di fuori dalle strisce bianche, di come chi beneficia del nostro denaro faccia decisamente di peggio (deturpando ad esempio una via millenaria per amor di un autoblu).

Quindi, al momento che venite multati per un sinistro di poco conto, vi invito a non sentirvi troppo in colpa, inscenando paranoie del tipo: “Sono un criminale!”.

La cosa “ammirevole” è l’amore esasperato con cui, tali fidi governanti trattano le loro vetture, disposti a sacrificare un’opera d’arte pur di non danneggiare gli ammortizzatori.

Non adiratevi dunque quando vi giunge voce del folle parco macchine di Montecitorio, siate felici invece, i vostri (o meglio i nostri) denari sono ben spesi, le autoblu le trattano bene, sicuramente meglio di noi … che volete di piu?

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