sabato 20 agosto 2011

Uscite

Le uscite "Cortona" e "Pietraia" passarono con estrema rapidità. La macchina era docile, ed era entrata nell'idea seria che probabilmente quella sera sarei arrivato a destinazione e, quindi, si trasformò in un gattino docile e silenzioso, che fa le fusa.
L'uscita, quella dopo, è la nostra.
La macchina prosegue liscia, lenta, con delle caratteristiche che non sospettavo avesse, rientrando nelle mie grazie.
Prima, a Siena, la Tangenziale si biforca: a destra si va verso Arezzo/Perugia, passando per il Trasimeno. A sinistra si va in un altro posto che ricordo bene. Sulla rampa indugio a sinistra poi giro a destra, la direzione diversa. La ragione ufficiale è "la traiettoria perfetta", la ragione reale è che mi diverto e alimento me stesso e i ricordi per un infinitesimo, illudendomi di proseguire per quella via, ma il ritorno alla realtà è breve e i sogni, i ricordi lasciano spazio all'asfalto, a quel tratto atipico di SS223 che prosegue verso l'E78 in direzione Perugia.
La persona accanto a me parla, ride, scherza, è bellissima ed ha un bellissimo anello sul suo quarto dito sinistro, con un solitario fine ed elegante.
Un amaro quanto breve sorriso mi percorre alla vista di quel bellissimo gioiello che, un giorno, avrei voluto regalare in uno scenario veneziano.
Non ho mai avuto fortuna con gli anelli, però, sempre in quel clima di amarezza, mi domando dove sia quell'anello che ho regalato.
Altrettanto amara è la voglia che alberga in me di sapere dove è finito, in quale cassetto, se ti giri quando la musica ti ricorda qualcosa, se sono così sparito dalla vita e del passato recento. Si tratta di mera curiosità, la stessa che albergava dentro di me, nel preciso momento in cui iniziavo, a Rioveggio, in quel fine giugno magico e strano, che aveva un sapore di resa dei conti, di ritorno da Mantova.
Quella curiosità si estende ancora di più, quando domando a chi ho davanti come ce l'ha fatta, come è stato bello vincere, come sono le storie che funzionano, come è la sensazione, mai provata, che l'altro ci sia.
Il lago era lì, sotto di noi. Lontano si vedeva, verso nord, Cortona. A sud Montepulciano. Posti eccezionali, accompagnati da un venticello che ci faceva bene allo spirito.
Guardo gli altri che ce l'hanno fatta. Guardo me stesso, in ogni maniera cerco davvero di svoltare.
Sapere dove sono quegli anelli mi farebbe solo bene.
Ho necessità di guardare avanti, a quel bivio che dicevo. E non mi dovrei più girare, ma la curiosità mi porta davvero a pensare di continuo ai perché e ai motivi per cui nemmeno una voce né 160 caratteri tranquillizzanti arrivano da giorni.
Da passeggero, al ritorno, ascolto la musica, guardo il bel viso di chi guida, che sorride sapendo di essere felice con la persona che ha accanto.
E io stavolta vorrei farcela. Di nuovo. A sperare, a vivere, a sorridere. Come un anno e mezzo fa. Ne ho il pieno diritto.
Ho il diritto di prendere l'uscita giusta, come sliding doors, stavolta. Ho diritto di sapere che fine ha fatto il mio passato, e quale sarà il mio futuro. Chi lo sa? Quello che so è che ho imparato ad amare. Nel bene e nel male.


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