lunedì 22 agosto 2011

Sequenze e conseguenze

Esco forse un po' dal tracciato, non me ne vogliano i lettori, per parlare di problemi che riguardano la crisi di un terzo di età di un trentenne in cerca disperata ed infruttuosa di soddisfazioni e gratificazioni, perché le strade ogni tanto vanno guardate in prospettiva dall'alto e percorse con i mezzi altrui, per rendersi conto dell'inadeguatezza o della sopravvalutazione dei propri.
Ricerca disperata ed infruttuosa perché provengo da alcune settimane che mi hanno portato a ridimensionare, quasi fino a scomparire, praticamente tutti i miei sogni per il futuro prossimo; devo ricominciare da capo, una cosa alla volta, come consiglia a cuore aperto il buon Guido, rimettendo in fila tutti i pensieri sconnessi di questi ultimi, inutili, mesi.
Certo, ottimisticamente potrei pensare che sia una casualità che tale sequenza di avvenimenti si sia verificata in quest'ultimo periodo di tempo, ma nulla toglie che siano conseguenze di azioni passate dovute solo ed esclusivamente a me; a poco serve Nelly che canta "It's only just a dream...", ad ogni piccolo gradino scalato per riprendere un po' di autostima arriva regolarmente una tegola che mi fa cadere e mi riporta giù per terra a riprendere contatto con l'insensibile ed ineluttabile crudeltà della realtà. ...e non sto tanto a menarvela; si, ci sono di mezzo soldi che escono, più di quanti ne siano entrati da inizio anno, buttati, per lo più nel cesso.
Perché mi preoccupo tanto, mi chiedete? Perché per me, in questo momento della mia vita, questo significa non poter offrire ad un'eventuale mia discendenza (si, lo so... mancano le condizioni per averla, una discendenza, ma a questo punto non so più cosa sia conseguenza di cosa) quanto ho, fortunatamente, avuto io. Questa penso sia la delusione più grande che una persona possa avere.
Forse è solo la paura di non averne la forza, la paura di confrontarsi, ma finché non riuscirò ad affrontare queste sfide con me stesso, difficilmente riuscirò ad affrontarle verso gli altri, ma la consapevolezza di aggiungere un ulteriore anno di ritardo rispetto a chi mi corre intorno rende la salita ancora più ripida; e a nulla serve imparare a scalare le montagne di roccia per sentirsi per qualche minuto più in alto, dove gli altri non arrivano, se non so poi superare le montagne che si ergono dentro di me, sbattendoci contro appena scendo da quelle di roccia.

Nessun commento:

Posta un commento

site stats