martedì 30 agosto 2011

Ships


Navi. Probabilmente la maggioranza delle persone che è salito su Marmorica/Oglasa (visibile nella foto, sono gemelle), non ha fatto caso a niente ed ha caricato la macchina a Piombino, l'ha ritirata fuori a Portoferraio ed è sceso per raggiungere la propria destinazione.
Dal 1989 il viaggio in traghetto per questa breve tratta marittima per me assume un significato particolare e indescrivibile.
Ricordo la prima volta che ci salii: avevo 8 anni, tu non eri ancora nata, e fu Oglasa a darmi lo shakedown marittimo sulla tratta Piombino-Portoferraio. Mi domandai per un anno cosa volesse dire quel nome, così come Marmorica, la navona imponente che era accanto a lei, Planasia ci arrivavo da solo anche se ero piccolissimo....erano le isole dell'arcipelago Toscano! Marmorica è il nome romano di Capraia, Oglasa è Montecristo.
Quel viaggetto di un'ora, in cui si sono susseguiti sempre e dico sempre tanti pensieri, era uno dei pochi momenti in cui riuscivo a fare silenzio.
Andavo a prua, piccino, mangiavo il toast del bar della Toremar (non siamo mai stati amanti della Moby, che allora si chiamava NAVARMA, costosissima e che ha sempre le solite navi-troiaio di derivazione danese tutte ricolorate per abbindolare i milanesi), guardavo fuori, a destra (anzi, dritta) c'era Salivoli, a sinistra l'isola di Cerboli, bella sfondata dalla cava piena di vaporierine (appresi così a metà anni '90). Mentre l'aggeggione biancoblu procede la sua corsa sfumacchiante verso Portoferraio, a sinistra troviamo Palmaiola col suo faro che ho visto acceso forse 2 volte in oltre 20 anni. Restavo ammaliato dalla scia bianca spumeggiante del traghetto. Dopo l'isola dei Topi a sinistra iniziavano le zone impervie dell'Elba, con le calette rosse (Cala Mandriola, Cala del telegrafo e via dicendo, a sinistra se hai una buona dose di fortuna vedi anche Capraia nelle limpide mattinate di giugno), Magazzini, Ottone, a destra Scoglietto, fortezza medicea, attracco, sbarco.
Speranza.
E queste cose, nella vita, questo mio infantile rimanere ammaliato da un banalissimo viaggio su un trentunenne traghetto, avrei voluto spiegarlo a chi se lo sarebbe meritato e farglielo capire, passo passo, minuto per minuto.
Purtroppo, adesso, non sarà così....per lo meno non per ora.
Ma rimango sempre affascinato dal fatto che loro, ora che c'è la nave nuova, sono lì a rincorrerla, ma in navigazione più veloci: dove perdono è in manovra. Cedono il passo alla tecnologia, le regine del Canale di Piombino.
Io sono come loro. Arrivo, navigo veloce, velocissimo, ma attracco male.
Ho 30 anni da cui fuggo a tutta velocità, in questo mare in tempesta. Ma quando il sereno sarà arrivato, e le tratte si allungheranno, e il tempo mi darà ragione, il tempo di attracco non conterà, sarà utile solo la navigazione. Perché Marmorica e Oglasa, ogni volta ce la fanno. Da 31 anni sono lì, espressione di uno standard che non può essere battuto.
E io sono cono loro, e ogni volta ci salgo sempre più volentieri. Non sono le più belle, non sono le più efficaci, ma sono le più veloci e soprattutto le più affascinanti. E questo conta, per me. Voglio vivere la mia sensazione di libertà, adesso, voglio vivere questi 30 - 10 anni che mi sento. Voglio vivere e non esistere. E sono convinto che il resto arriverà.

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