mercoledì 28 settembre 2011

Volere è (alle volte) potere

Raccordo autostradale, 100km/h. Il 6 cilindri MAN sotto sforzo porta agevolmente su il bestione da 3 assi e 83 posti a sedere, verso Firenze. Il viaggio, iniziato con una leggera foschia, ha visto il pigro autunno dissolversi sotto i raggi di un sole che, come una persona che ama un posto di lavoro da cui è stata licenziata, si fa spazio negli ultimi giorni con la massima dignità, come se niente fosse, scaldando la Terra come se ci trovassimo in piena estate, dissolvendo ogni minima idea dell'autunno imminente.
Prima o poi, anche lui si prenderà la posizione che gli compete, penso, mentre l'autista del pullman, in corsia di sorpasso, si attacca ai freni emettendo un sibilo confortante.
Il Corriere della Sera è appoggiato sul sedile di velluto verde chiaro, accanto a me. Il beccheggio si sente negli angusti posti del piano di sopra, ma da quassù c'è una visuale del mondo diversa. Sei a oltre 3 metri di altezza, ti senti padrone di un qualcosa che non ti spetta.
Il sedere fa male, i muscoli tiricchiano, per l'attività sportiva ripresa dopo lunga inattività.
Eppure è solo un viaggio di linea Colle-Firenze, che puoi comprare con 5,10€ alla biglietteria più vicina.
Un anno fa, qualche giorno dopo a dire il vero, dallo stesso sedile, dello stesso autobus, coniai una definizione stranamente calzante a quello che mi stava succedendo. Ero "spettatore di una vita in cui ero stato gettato con uno spintone". Adesso no. Adesso, questa vita l'ho ripresa in mano, con tutto il carico di responsabilità che i 30 anni impongono, dei 20 che rivoglio indietro da affrontare con la retrospezione di cinque/dieci anni dopo.
Adesso, mi sento libero. Come nemmeno a 18 anni ero. Come nemmeno a 20. Come non sono mai stato negli ultimi 2 anni.
Sembra quasi che, per un attimo, tutti i pensieri negativi abbiano preso un giorno di ferie e se ne siano andati.
La mia mente è sgombra, e ragiona in modo conscio. Il passato è passato. E' fonte di esperienze e ci aiuta a non sbagliare.
Sono ancora acerbo, in effetti, nell'affrontare il terreno strano e amplissimo della libertà: non sono mai stato tale, e desidero quanto mai sentirmici.
Si badi bene, stanotte non ho dormito, nonostante la giornata di ieri sia stata dura.
Ho chi mi sorregge, amici veri e sinceri.
Oggi il silenzio non fa male. Anzi, per la prima volta, fa bene. Sto volutamente zitto, non so come mai, a parte qualche telefonata obbligatoria.
Mi domando perché e cosa sia successo da poco tempo fa ad oggi. E' vero, le persone cambiano, il tempo passa. Ma non aggiusta nulla. Siamo noi che rimettiamo a posto le cose, che paghiamo (a seconda della durata del finanziamento) le rate delle nostre bugie, e, modestamente, ho diversi mutui gravosi e pesanti.
Oggi mi sento di aver pagato. Tutto. E sono libero. Come mai prima. La fine è il mio inzio, come scriveva Terzani, e a questo punto sono conscio che qualcosa, davvero, sta sorgendo dentro di me. Speriamo prosegua.

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