venerdì 9 settembre 2011

Percorsi


Autostrada A4, 130km/h. La Golf corre e si mangia la strada, quando il navigatore a tratti si addormenta.
La magia della festa, dei baci rubati, dello scenario stupendo che abbiamo visto sinora, lascia il posto a parole, e forse anche a qualche russata che spero non abbia dato noia al pilota efficace, efficacissimo, concludente, che non concede il "la" a sbandierate nella deserta A4, larga e piatta come il paesaggio, ma carino e punteggiato dalle casette a due spioventi, con le imposte ripiegabili, così familiari.
In realtà, lo so bene, sono toscano. Ma particolarmente legato a queste zone e alle persone che mi sembrano sempre sulla mia stessa lunghezza d'onda.
La strada sembra quasi lunga, nel momento in cui mi trasformo nel russacchiotto automobilistico.
Con una sorprendente razionalità acquisita ci muoviamo tra le casette venete, tra le pantomime di una vita apparentemente fatta di sorrisi nati apposta per nascondere alle tante persone distratte quello che gli occhi con disarmante sincerità trasmettono.
La felicità momentanea per avere amici sinceri, per effimere conquiste, lascia il posto alle riflessioni e a una soluzione che era così a portata di mano, a quella mancanza che ogni giorno, nonostante schieri e metta in campo tutte le mie forze per contrastarla, risulta sempre presente.
C'era qualcosa di magico in quelle pazzie, in quel sentirsi in bilico di cui avrei voluto fare a meno mille volte. Era un collante voluto da qualcun altro e non da me. Forse sarei scappato di nuovo, chi lo sa.
Mi manca la follia adesso, affronto tutto "con le mani legate".
Ma quella follia fatta di 300km di asfalto, di benzina fatta in autostrada contro ogni mia convinzione automobilistica, di telepass preso in prestito, di nebbia affrontata a velocità astronomica non era poi tale. Aveva un senso e un reale fondamento: c'era in ballo la mia vita, c'era in ballo la speranza della continuazione del futuro che avevo costruito mattone per mattone, per cui aveva valso la pena vivere e soffrire sino a quel momento. E stavo dando una spallata per ricostruire quello che avevo, tutto da solo, demolito.
Manca, adesso, il coraggio anche di farne solo 100, senza deviazioni. Quei 100km che ho inevitabilmente ripercorso, solo o in compagnia, per andare in altri posti. La strada è sempre quella, ma le motivazioni e la gente sono differenti.
Dicono tutti che con l'inerzia non si fa niente. E allora? Come posso fare? Come posso dire a me stesso che sono ancora lì, voglioso di follie sopite, ma estremamente pauroso del risultato e, stavolta, di fallire.
E fu così che iniziò un percorso nuovo, con la stessa destinazione e lo stesso (sempre più) difficile obiettivo.
E' ora di partire, anche oggi. Magari un giorno sarà anche l'ora di arrivare.

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