martedì 20 settembre 2011

Estranei

Raccordo autostradale, 120km/h. L'estate, con ritardo abissale, inizia a salutarci come ti saluta una persona che non vuole vederti andare via. L'aria è fresca, serena, c'è pace, stranamente. Il motore turbo reagisce meglio con 20 gradi all'acceleratore. Non sputacchia né seghetta e dà tutto quando deve, sembra quasi rinato. E' un'aria fresca che fa bene a tutti, in effetti.
Dentro di me c'è stato un po' di subbuglio in questi giorni. Il telefono era muto, troppe volte. Il silenzio era tornato a farsi sentire con il suo rumore assordante simile a un trapano.
Avevo provato in tutti i modi a non pensarci. Per un attimo, dopo la scalata alla montagna, si provvede alla scalata della marcia verso casa. Non importa, adesso, che ci sia la solitudine.
La radio suona forte "The song remains the same" dei Led Zeppelin, "The zephyr song" dei Red Hot Chili Peppers e qualcosa di serio.
Guardo lo specchietto retrovisore, a sinistra, quello nella foto è della vecchia e cara Lancia, morta il 16 ottobre 2010 in circostanze fluidodinamiche misteriose.
Indietro. Troppe volte mi sono voltato, anche in quel periodo. Troppe volte ho provato a ricercare un puntino su quello specchietto retrovisore, che inevitabilmente inquadrava altre macchine, altri mezzi, ma non quello che cercavo. Troppe volte ho guardato fuori dalla porta del mio ufficio, a fine anno scorso, per cercare degli occhi uguali ai miei.
Ma non è così che vanno le cose. Ci si arriva, alla fine, a salvarsi, a nuoto, dal relitto che affonda. Si prendono contromisure contro le proprie pulsioni, per non pensarci più, per cercare di vivere cancellando anni di amore incondizionato.
Lo diceva anche Nelly Furtado.
Flames to dust
Lovers to friends
Why do all good things come to an end
Tutte le cose, inizialmente le più belle, le più buone, quelle che sembrano destinate a durare per sempre, hanno una fine. Forse con le debite eccezioni, ma dopo si diventa estranei se si è amato veramente, se si è diviso tutto per lunghi anni, lungo tempo, attimi durati a lungo, esperienze, complicità.
E' inevitabile, in effetti, diventare "perfect strangers" come cantavano i Deep Purple.
Però non è detto che uno poi debba morire, star male all'infinito. Ecco cosa ho imparato. Gli specchietti retrovisori servono per guardare indietro, e aiutano ad andare avanti. Tanto. La marcia è lunga, se è destino uno si ritrova.
Le fiamme diventano cenere. Gli amanti estranei. Tutte le cose belle finiscono e ci domandiamo perché.
Ci domandiamo come facciamo a non sbagliare. E ne facciamo tesoro per il futuro, per coloro che meritano. Quando arriveranno.
E' comunque una strana sensazione avere un mondo che si apre sotto di te, e il tutto che diviene niente.
Ma ancora migliore, come mi è capitato nella vita, è la sensazione del niente che all'improvviso diventa tutto.

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