venerdì 30 settembre 2011

Ritratti


E’ tempo di riaccensioni. Viaggiare. Questo nuovo percorso mi ha riaperto quella ferita che per mesi non ha smesso di sanguinare nuove emozioni, messe poi in prosa su questo, od altri, diari virtuali. Al contrario di quanto si possa pensare è bastato uscire nel mondo per trovare ciò che avevo perso.
La vena artistica… come si suol chiamare. A volte quel che perdiamo va cercato dentro noi stessi, attraverso lunghi periodi di solitudine, altre volte è necessario attraversare i grovigli del mondo, cercare in ogni angolo di panorama, in ogni anima che ci siede accanto. Così ho dovuto fare, quasi senza accorgermene.

Sedevo lì, di fronte a tanta gente, tanti pensieri frullavano in quel vagone sporco e logorato dal tempo, consolato forse solo da qualche rara manutenzione. Così, dopo aver mantenuto la mia personale frequenza di pensiero, esco da quella scatola che mi ero creata attorno, esco dal “mio mondo”.

Per la prima volta, dopo molto tempo, ascolto. Ho ascoltato il rumore del viaggio, che non è fatto di sferragliamenti su rotaie, ma, al contrario, di pensieri e parole. Ho dovuto immergermi pian piano in quel mare di ticchettii di orologio, troppo frettolosi, di occhi lucidi di chi parte, di stanche smorfie facciali di chi torna. In un solo attimo avrebbe potuto essere scritto un intero libro. Cosa ne sappiamo in fondo delle storie della gente? Così mi sono messa ad osservare ed ho creato il mio personalissimo album di “ritratti”.

Ritratto di signora

Sedeva sul sedile opposto, dall’altro lato del vagone. La signora, vagamente sui sessanta forse ancora da varcare, sfoglia delle carte nelle sue mani.
E’ vestita di una maglia leggera color oro antico, che fa da giacca ad un top variopinto di colori spenti, come una primavera spoglia. Una gonna, lunga e mediorientale, completa il suo vestiario quotidiano. Qualche anello vistoso agghinda la sua mano non più giovane.

Parla con un’altra signora, decisamente meno attempata, più mondana.
Le due sfogliano tarocchi, l’una di fronte all’altra, parlando del loro vago ed intrigante significato.
<<Questa ce l'ho...>> Recita quella seduta di fronte, parallela al mio sedile.
E così proseguono gli scambi di opinioni, carte, parole.

Ed io mi metto a pensare. Cosa diavolo spinge una persona a rifugiarsi in questa insana follia commerciale? Una scarsa cultura? Un’educazione non proprio "ortodossa"? O semplicemente la stupidità?

Con uno sguardo di disprezzo mi volto verso il finestrino. Nel frattempo la giovane donna seduta accanto alla signora mi osserva con curiosità attraverso i suoi grandi occhiali scuri. Ha forse compreso i miei pensieri? O è solo curiosa? Sui treni, come prima cosa, si tenta di ammazzare il tempo, in ogni modo possibile. Dunque non ci faccio troppa attenzione e proseguo nelle mie acrobazie cogitabonde.

Uno sguardo accende una scintilla. Quella signora la conosco. Da piccola sono stata più volte a casa sua; giocavo con le sue figlie, adesso gioiose e floreali figlie della natura. Ed in un attimo il panorama cambia.
Cerco di ricordare un marito, un padre, ma la memoria m’inganna, o forse non c’è. Dopo un attimo ne sono certa: non c’era.
Volgo un altro fugace sguardo alla mano della signora, mi colpisce il modo in cui sembra appassita, ma ancor di più mi colpisce un dettaglio: un anello dorato, piccolo e lucente, avvolto intorno al mignolo. Cosa può significare?
Dal mio ingenuo ed acerbo punto di vista lo definirei come un atto di attaccamento al passato. Forse quell’uomo non se ne è andato volontariamente, forse è stato strappato alla sua esistenza, forse è proprio per questo che tende a voler controllare la sua carnefice, ovvero la vita, grazie a delle stupide ed insensate carte.
Quando si crede che qualcosa ci sia stato portato via da una forza più grande, non importa quanto siamo religiosi, il nostro istinto spinge per contrastarla, prevedere le sue mosse, studiarla attentamente. Come a dire “ti sto osservando”, “ non ho dimenticato il torto subito”. E forse, infine, capita di perdersi, nella sua contorta, misteriosa ed inspiegabile forza.


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