lunedì 5 settembre 2011

Ritorno a nordest - coincidenze



Ferrovia Bologna-Padova, 160km/h. Il Pendolino nuovo corre, piegandosi come un serpentone lungo le poche curve di questa trafficatissima linea convenzionale. Non è il suo terreno ideale, in effetti. Dà il massimo sulle linee a media tortuosità, oltre che sulle linee ad alta velocità dove si spara a 250km/h. Qui, no. Non è il terreno ideale di nessun treno, dai tempi del mitico Marco Polo, rapido glorioso che ormai è retaggio di un'altra epoca.
Francesco mi attende alla stazione, mentre questo treno pedala, tentando disperatamente di divincolarsi tra le difficoltà di questa linea distastrata. Non ce la fa, e nonostante i tentativi disperati del macchinista di usare il pendolamento attivo, di dare tutta manetta e di sballottare i passeggeri con un marcato moto di serpeggio sui ponti, il ritardo si accumula inesorabile. 15 minuti a Padova. Scendo.
Avevo rimosso quando schifo facesse quella linea. E all'epoca i sedili erano anche più larghi. Vabbè.
Francesco, amico vero conosciuto grazie ai Leo, è lì ad aspettarmi a prendermi. Ci aspetta una festa spaziale. Lagoon Party, nave fino a Venezia, replica di quello che costituì la svolta tanti anni fa, nel 2008.
Dopo un tratto di A4, un piccolo tuffo nel passato, ci si trova e la nave salpa.
Con una sorprendente maneggevolezza si gira, di nuovo fa inversione e si dirige verso Venezia. Queste zone le sento mie, da tempo. Per metà sono di queste zone, ma mi ero dimenticato il feeling che avevo con i veneti, con le venete, e questo veneto mascherato da Toscano stringe amicizia.
Timidi capelli biondi, un forte profumo. La barca corre, per un attimo, mentre in un bacio si dovrebbe consumare il fuoco che uno ha dentro. Dovrebbe, in un bacio serio, con trasporto, azzerarsi tutto quello che c'è intorno. E invece no. Qui il rumore di sottofondo rimane, nonostante abbia tra le mie braccia l'essere più bello di tutta la serata.
Mi ero perso per un attimo, perché "....in quel momento quella persona mi interessava..." (cit.). Ma tutto attorno il tempo non si era fermato. Aveva continuato scorrere, anch'esso, in modo forte e deciso, con tutti noi, con l'imbarcazione che non beccheggiava, con il carico, a poppa, di promesse non mantenute di una persona che veniva da lontano. C'era il motore acceso, a pochi cm dall'acqua, le persone che mi lanciavano battute per l'accento e io che rispondevo.
C'era un bacio di saluto.
Un sorriso.
C'erano gli Stone Sour, Roxanne da "Songs from the last century" di George Michael. C'era il treno del ritorno, dopo un tour piacevole per Padova.
Non me lo ricordavo come andava questo treno, col suo carico di pensieri ed amarezze. Con sé ha sempre portato la domanda "che senso ha?". Adesso è lì, in agguato, che mi perseguita....
Ha senso, perché l'amicizia che sta nascendo con Francesco mi piace, così diversi ma anche uguali in certi modi di pensare.
Mi chiedo quale sia il senso dell'altra cosa. Una bionda spaziale, intelligente e interessante, vicina, con un profumo e una sensualità disarmanti, che sceglie proprio me.
Mi domando come mai, sempre.
Mi domando come mai mi sento un traditore anche se la mia ultima storia è finita ormai da tanti mesi. Sembra quasi un S.O.S., con cui da tempo chiedo a chi c'era prima di venirmi a salvare.
E invece no, non mi salva nessuno, da me stesso. L'unica via la conosco. Ma quella persona ha preso un'altro percorso, un'altra idea di divertimento, lo si vede dalle foto che è tutto diverso, che ha svoltato, che costituisco solo un piccolo puntino in una galassia. E allora mi ritraggo, faccio fatica ad essere quello che ero alla festa. Faccio fatica ad essere me stesso, a telefonare e dire "ehi, ci sono". Ho ancora tanta paura. E la voglia di gridare "Vieni a salvarmi".
Ma adesso, ho un bellissimo ricordo da custodire. E l'inizio di una grande amicizia da coltivare.

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