domenica 30 dicembre 2012

Nebbie localizzate


Quanto tempo mentale ho dedicato a persone che sembrano non averlo meritato?

Condivido questo pensiero, da passeggero, con la dolce e ferma pilota di un sabato mattina prenatalizio tra una cantata e l'altra sulle note di Baroni, Santana, Joe Cocker e chi più ne ha più ne metta, mentre la nebbia che fin della partenza ci aveva accompagnati, sembra diradarsi, salvo ripresentarsi più avanti tra Vicenza e Padova.

Penso che devo cercare di riprendermi la libertà di gestire il mio tempo ed il mio spazio senza condizionamenti. Inevitabilmente il pensiero corre alla fantastica storia del Gabbiano Jonathan Livingston che ha trovato una sua dimensione lontano dal mondo degli altri concentrandosi sulle proprie capacità. Poi però trova altri gabbiani come lui e prosegue nel suo percorso fino a diventare un maestro. Certo, non posso e non voglio pretendere di diventare un maestro (e credo che mai lo farei) ma ora vorrei trovare quegli altri gabbiani, quelle altre anime libere da condizionamenti.

Allora dico di sì ad una scarpinata non meglio precisata su monti di una zona che avevo già visto in occasioni ben diverse. Parto da casa, nuovamente con la nebbia, mi faccio guidare dal navigatore lungo stradine dell'Alta Padovana che non conoscevo, quasi in regime di guida strumentale, per passare a prendere un compagno di viaggio; seconda sosta a Vedelago e poi su verso le montagne, dove, passata l'area di Feltre, le nebbie iniziavano a diradarsi definitivamente.

Ed a quel punto non importa se abbiamo seguito una strada che non portava da nessuna parte, preso un sentiero che non esisteva, risalito un ripido pendio senza alcuna indicazione e senza nemmeno un'idea precisa di dove fossimo ed abortito i nostri intenti iniziali; eravamo liberi, di pensare e vedere quello che volevamo, di decidere del nostro immediato futuro, liberi di scegliere ognuno la propria strada verso una meta non meglio precisata.

E non c'era la nebbia.

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