"...L'abbandono nave viene dichiarato a voce dal comandante...". Questa frase veniva tuonata, ormai dal lontano 1990, dagli altoparlanti dei traghetti che prendevo a cadenza ciclica verso i mari elbani, unitamente ad altre gracchiate relative all'emergenza generale (coi suoi sette fischi brevi e i campanelli in concerto) che in 23 anni mai ho cagato.
Tuttavia, il post precedente ha fatto un putiferio.
E' stato del tutto male interpretato, perché il significato è "ehi cavolo ti amo ancora e perché non vedi il buono che c'è in me?". Ecco, nel miglior berlusconiano stile posso affermare di essere stato frainteso.
Ebbene, ne nascono putiferi, litigi che vanno oltre l'umana immaginazione.
Ebbene, ne nascono putiferi, litigi che vanno oltre l'umana immaginazione.
Certo, non esser corrisposto fa male. Molto male.
E allora, il comandante, così la destinataria a cui non frega un emerita cippa del sottoscritto tira un sospiro di sollievo, dichiara l'abbandono della nave.
Per questo, per un periodo, saluto i lettori ed evito di farmi vedere e sentire su questa mia amata creatura.
Per questo, per un periodo, saluto i lettori ed evito di farmi vedere e sentire su questa mia amata creatura.
Abbandono la nave a malincuore, perché non ha capito cosa realmente sono, quello che potevo essere, dicendo che le possibilità sono esaurite.
Chiedo scusa ai lettori. Chiedo scusa a Francesca, anche se non ho fatto niente di male.
Ma ad esclusivo scanso di equivoci è bene terminare tutto qui, arenare la nave su un fondale sabbioso, abbandonarla (per ultimo, ovviamente), e non arrecare alcun danno.
Chiedo scusa ai lettori. Chiedo scusa a Francesca, anche se non ho fatto niente di male.
Ma ad esclusivo scanso di equivoci è bene terminare tutto qui, arenare la nave su un fondale sabbioso, abbandonarla (per ultimo, ovviamente), e non arrecare alcun danno.
Peccato, ci tenevo. A differenza di altre persone.
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