martedì 25 dicembre 2012

"...Era molto meglio il Natale scorso..." (cit.)


Via Casolese, 90 km/h. Di ritorno dal pranzo di Natale, in un ristorante a cui peraltro ho fatto anche causa.
Mangiato da Dio, scherzato con la deficienza che mi contraddistingue.
Si riparte, discutendo di rotatorie, di punti di corda, del fatto che "qui il punto di corda te lo sbattono sul muso "...e il babbo ex pilota di Stratos e Abarth, quando erano nei loro cenci di vetture vittoriose ti dice "...sei sempre meglio: ricomincia...".
L'anno scorso andò diversamente: avevo un treno, che persi in maniera bestiale causa lunghissimo pranzo alla Fattoria di Mugnano. Ma non ci fu problema: montai sulla oggettivamente Eroica Mito e arrivai.
Ricordo candele poste in una splendida posizione, un viaggio a Londra e la sensazione che il Natale fosse davvero felice.
Ora invece, quei giorni sono stati dimenticati. Non da me, in effetti. Ma devo, perché la strada è ancora lunga.
Days are forgotten, cantavano i Kasabian in modo rock e potente. 
Fossimo ancora insieme, sarei partito. 
Invece parto per Arezzo, dandomi una semi parvenza di normalità, per andare a ballare, per consegnare un regalo alla sorella conclamata che ci spera in una evoluzione, forse.
Ma io chiudo le porte, amo ancora chi sa bene che sono una persona diversa ma non vuole dirlo a se stessa.
Cosciente di aver abbandonato la nave, il Comandante paziente attende sulla scogliera. Col binocolo guarda la sua creatura sferzata dal mare in tempesta, con una lacrima agli occhi.
Pur ridendo spera un giorno che il mare si calmi, che la marea si alzi, di risalire sulla sua navona, di riaccenderla e riprendere il largo.
Per ora devo accontentarmi, forse, di traghetti di linea da cui guardo la mia nave, divenuta res nullius su cui chiunque può salire e portarsela via.

Ero quello che i ritardi fisici li recuperava per strada. Ero quello che i casini li recuperava e rimetteva tutto a posto. Ora no. Non mi riesce più, e forse è dovuto al fatto che nessuno mi perdona, o almeno non stavolta. 
E' proprio vero che "...Era molto meglio il Natale scorso..." (cit.).
E allora, Buon Natale, amore mio.  Il cuore ha sempre ragione.

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