E’ tutto qui il dolore?
Con queste ennesime parole di una vecchia canzone mi pongo
una delle mie innumerevoli domande: perché la mia sofferenza non dura mai più
di tre giorni? Escludiamo riferimenti religiosi, a prescindere.
Dentro di me il vuoto fa eco, ma non riesco ad avvertire altro. E’ forse un gioco di abitudine che fin troppo si è prolungato nel tempo? In fondo i cambiamenti radicali sono stati il mio pane quotidiano: l’esagerazione, gli estremi.
Dentro di me il vuoto fa eco, ma non riesco ad avvertire altro. E’ forse un gioco di abitudine che fin troppo si è prolungato nel tempo? In fondo i cambiamenti radicali sono stati il mio pane quotidiano: l’esagerazione, gli estremi.
Terapia d’urto…
Sarà che in fondo non credo poi così molto in una relazione
in cui tuttora mi sento coinvolta? Sarà che so che l’allontanarsi è un bluff
per rivivere un nuovo roseo e poetico ritorno?
In realtà l’idea di un ritorno desta in me una certa ansia
che non mi spiego. Anche la scrittura non fluisce più… e mi lascia pensare che
forse sto davvero reprimendo ogni sensazione, positiva o negativa che sia. Io,
conservativa che tanto in fondo non c’è arrivata, non sono in grado di
giudicare cosa provo. Sto forse soffrendo? L’unica cosa certa è che provo impotenza
ed in questa impotenza lascio fluire le forze spontanee della natura: il corso
degli eventi. Ma non è certo un lasciar scorrere, quanto più un controllo
superiore che, attraverso una serie di “sentieri nel bosco”, ho creato sulla
mia vita.
Piani B…
Perché quando le cose vanno secondo i piani c’è sempre una
salvezza e c’è sempre un piano che dipenda interamente da noi.
Codardia…
O forse riconosco di aver fondato la mia relazione su basi
non solide e sono felice di demolirla con la speranza di una ricostruzione
futura. Chi può dirlo? Chi può davvero sapere le ragioni sottese al mio
sentire?
Di questo dovrei gioire, se non fosse che la mia apatia, ossimoricamente
mista ad entusiasmo, mi spaventa.
Sono ancora in grado di provare dolore? O sono una bastarda
egocentrica troppo innamorata di sé stessa per cederne una parte durevole ad
altri?
Stavolta nemmeno la profonda riflessione imposta dalla
scrittura mi offre soluzione.
“Un giorno ti sveglierai e avrai la soluzione” –cit.
Vedremo.
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