sabato 29 dicembre 2012

Vola solo chi osa farlo (post sperimentale costruito in più momenti)

Ho scritto questo post e l'ho messo lì, in attesa di scriverne il finale. Bello o brutto che sia, lo vedremo venerdì sera, al mio ritorno da quei luoghi che ho amato e che amo ancora.
Lo ammetto, ci sono tornato sotto mentite spoglie, per vedere un fantomatico Z4 a Padova. Forse lo sapevi anche tu che sarei saltato in macchina comunque.
E l'avrei fatto per amore. 
Ci si rimette in gioco o si tenta tale strada perché come sai la vita è questo, il credere sino in fondo, anche se certi viaggi finiscono, nella convinzione che si possa ripartire con i propri sentimenti.
Il fine ultimo è tornare a volare.
Sto cercando di decollare. Di prendere il lancio giusto dopo il rullaggio, tirare a me la cloche e librare me stesso nell'aria, insieme a te.
Voleremmo sopra i muri che sono stati alzati, sopra i 223km che al solito ci separano, sopra le nostre paure di amaree di amarsi che mai come adesso si sono consolidate.
Per volare bisogna osare. Come gli uccelli, buttarsi dal nido rischiando di morire, se qualcosa va storto, nell'impatto al suolo.
Vola solo chi osa farlo, come dice Luis Sepulveda. 
Sento che sto osando, in modo del tutto forte. Sento che davvero butto tutta la manetta in fondo, conscio che il mio aereo può non avere l'ala destra e schiantarsi al suolo. Eppure do tutto senza paura.
Per questo, bisogna prendersi per mano e volare. Di nuovo. 
Probabilmente cadrò. E tu sceglierai di rimanere a terra.
Mi consolo, se dovesse andar male, col fatto che dai rottami fumanti ne uscirò rafforzato, conscio che la cosa deve essere chiusa in via definitiva, con una nuova consapevolezza che aiuta a svoltare.

La mattina stessa, alle 7 mi sono alzato. Ho preso il caffè, ho iniziato a scaricare musica per la sera fatidica, rimanendo sorpreso dalla velocità con cui il mulo scarica i troiai a me alieni, ma che danno idea di quanto me ne importi di lei, e di quanto rispetti le sue idee anche musicali.
Ogni missione ha comunque la sua colonna sonora, che si autodetermina e si appalesa, di norma, nel curvone in salita prima di Barberino del Mugello.
A tratti la colonna sonora di una qualche missione fa dei voli allucinanti in tempi sospetti (si veda un CD che per me è ancora nel botro della traversa maremmana).
A tratti la ricordi col cuore.
Tant'è che ho pulito l'Eroica Mito dentro, fatto il pieno e rifatto la pressione delle gomme.
Ho pure preso la red bull per il viaggio di ritorno, sai che risate? Io quel troiaio non lo bevo mai ma non posso schiantarmi. Per amore, non ci si schianta.

Giustmente, in un giorno la rumorosa macchina da rally trasformata in silenzionsa passista autostradale deve sciropparsi questi sani 500km.
Ho parlato con un'amica comune ieri. Il suo commento è stato complimenti, Andrea, sei migliorato tanto.
Parto sperando che tu lo veda, e che sia così. Parto sapendo che ogni volta guardarti negli occhi è un brivido che nessuna teoria negazionista può togliermi.
Nelle Missioni Eroiche ho avuto sempre il punteggio 100%. E' chiaro che questa percentuale è destinata a scendere. Ma speriamo non oggi.

E invece è andata così: l'aereo non è decollato. L'ala destra non c'era.
Il musetto dell'Eroica Mito fende la nebbia con visibilità 40m a 130km/h, come la prua di un rompighiaccio sfonda il pack, e passa imperturbabile.
Ne sono uscito ugualmente a testa alta, ho capito alla perfezione che ormai i sentimenti sono solo da parte mia.
Anche se certi atteggiamenti duri, del tutto giustificati dalla paura di non soffrire, fanno trasparire qualche corrente negazionista.
Mi dispiace molto. Ci speravo, non lo nego. Speravo andasse in modo diverso, che qualcuno capisse le differenze.
Ma probabilmente, i tempi non sono maturi.
Ho visto il cambiamento in lei, lei non l'ha visto in me. 
Ci sono serate per cui però vale la pena di vivere una vita intera, perché arrivano e comunque ti fanno capire che cosa conta realmente. E ieri è stata una di queste.
La natura ha assegnato a tutti ali squisite secondo necessità, ma sono davvero pochissimi coloro che sanno dispiegarle per solcare e battere quell'aria che invita e si presta a essere battuta per volare non meno di quanto sembri opporsi a essere solcata: infatti dopo che con fatica l'avrai smossa solcandola, questa, non ingrata, ti spingerà avanti sostenendoti.

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