lunedì 24 dicembre 2012

Le cose semplici


C'è stato un tempo, nemmeno poi così lontano, della mia vita, in cui tutto pareva più facile. Era un tempo in cui le difficoltà parevano insormontabili, ma paragonate a quelle di oggi posso dire che erano veramente di portata minore.
C'era un tempo in cui forse le difficoltà c'erano ma la soluzione era a portata di mano.
In quel tempo, la mia capacità di creazione dei problemi, oggi incredibilmente azzeratasi, era veramente a livelli record.
Ma la soluzione, come sopra detto, era del tutto semplice.
Si saliva sulla macchina, sulla Mito non ancora Eroica, e si faceva un viaggetto in terre piuttosto lontane.
Seguiva una serie di stratagemmi sul modello "ruota di pavone"  e tutto tornava momentaneamente a posto.
Tuttavia, il pavone, nello specifico il sottoscritto, era alla ricera di qualcosa che sapeva di non poter avere e ottenere agevolmente.
L'ego del pavone tornava riempito, gonfio degli occhi a cuore riportando a casa la vittoria giustamente agognata.
Passano gli anni, quella strada c'è solo qualche volta per andare in un Tribunale lontano, quella ragazza c'è solo per gli auguri di Natale.
Passano gli anni e la macchina corre, veloce come il vento, quando non dovrebbe. Passano gli anni e la ruota di pavone ho smesso di farla, mostrando la vena fallibile che ho.
E i risultati si vedono.
Il nordest non c'è più.
Le difficoltà sono insormontabili.
L'autostrada è lunga, sempre più lunga, e inaffrontabile.
La ruota di pavone è una figura sbiadita nei ricordi di colpo invecchiati come una foto degli anni '70. Ma allora cosa fare? E' proprio vero che ho abbandonato ogni speranza, come chi entra nella dantesca porta dell'inferno?
Sì, il raziocinio ha detto di sì. Non ci sei più dentro di me.
Ma il cuore? Lui sì, che ha sempre ragione.
E alle volte va contro ogni convinzione. Come vorrei ritrovare me stesso, ritrovarci. Chissà dove e chissà come, lo faremo.

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