martedì 4 dicembre 2012

Bandiera a scacchi.

Non si può più parlar d'amore su questo blog, o per lo meno non io.
Inizio questo post con la tranciante affermazione di cui sopra, alla luce del fatto che il post precedente ha fatto scatenare i carri armati della destinataria all'indirizzo del povero sottoscritto.. A questo punto credo sia il caso di cambiare argomento.
La vecchia diatriba tra autisti e piloti torna in perfetta auge. Ne riparleremo presto, visto che almeno questa tematica di conversazione non solleva polveroni, non alza muri, non fa casino ed è un argomento neutro. Certo, è meno pregnante dell'amore. Molto meno.
Ma è bello raccontare in un blog sul viaggio come uno lo vede, forse sono molto più in tema a raccontare sta cosa.
E' bello dire che adesso ha sventolato un'enorme bandiera a scacchi, come quando finiscono le gare di durata, magari massacrantissime e di 24 ore.
E' finita questa gara. The race is over, caro  ex pilota trasformato in autista. The race is over, cara macchina rossa da rally trasformata in passista autostradale.
Anche lei lo sa che la gara è finta e nonostante tutto avevamo continuato a girare speranzosi in quel circuito maledetto che si chiama amore.
Già, pure tu cara Eroica che ho sotto il sedere in modo costante e che non te ne vuoi proprio andare dalla mia vita. Adesso so che abbiamo una cosa in comune.
Sei nata per le curve e hai fatto tutta la tua strada a velocità autostradale costante, verso una serie di sogni che giustamente, come è tipico della mia persona, si sono infranti o dissolti lentamente.
E come te anche io ero un inerte che a fine 2010 si trasformò in lottatore, e che a lottare si divertiva tanto. Eccomi qui. Lottatore contro i fantasmi, e pure perdente. 
"To the Moon and back" era l'imperativo a gennaio scorso, quando volavi nel tuo splendido rosso con noi verso l'Alto Adige.
Andata anche questa pagina: possiamo ripartire.
Pensavo di riuscire ad andare a Pordenone, il 14 dicembre prossimo per la presentazione del mio libro, con una macchina nuova. E invece niente. Forse davvero mi vuoi ancora bene, piccola Alfa rossa.
Ma non è questo il punto.
Sembra quasi di ripercorrere la strada, apposta, dei luoghi "dove tutto ebbe inizio". Lo ebbe in effetti.
Ma stavolta non ci sarà nessuna sosta intermedia all'andata, nessuna fermata definitiva al ritorno. Sarà un lungo e amaro viaggio.
Ma la bandiera a scacchi è stata agitata ed ha vinto qualcun altro, che magari sarà lì accanto a te e che prenderà i frutti del tuo sorriso quando ti sveglierai accanto a lui.
Sarai la stella che brilla in quel cielo, con tutti i tuoi difetti e i tuoi tanti pregi.
Non c'è problema, il 14 e il 15 non mi fermo, tiro dritto, tanto la strada la conosco. Tanto è così e nulla posso farci.
C'è comunque un misto di rassegnazione e amarezza in quel che dico, in quel viaggio che devo fare in cui vorrei tanto davvero vedere due occhi in platea che giustamente non ci saranno.
Di sicuro hai fatto tante cose di cui rincrescerti, solo che non sai quali sono. È quando alla fine le scopri, quando vedi l'assurdità di qualcosa che hai fatto, e desidereresti tornare indietro, cancellarlo, ma sai di non potere, perché è troppo tardi. Quindi quella cosa non puoi che prenderla e portarla con te, perché ti ricordi che la vita va avanti, il mondo girerà anche senza di te. Alla fine tu non conti. È allora che acquisterai il carattere. Perché l'onestà emergerà da dentro di te, e come un tatuaggio ti resterà impressa sulla faccia.
Esatto. Alla fine io non conto dopo la bandiera a scacchi.
Perché la corsa era lunga, e alla fine era solo con me stesso. Lo era.
Ma è finita. La gara è finita.

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