lunedì 17 dicembre 2012

Deadlines


Autostrada A1, 130km/h. La fida Diletta lotta col Cruise Control dell'Eroica Mito nel lungo, lunghissimo viaggio verso casa, ma se la cava benissimo nell'ascoltare il sottoscritto che dice "Vai Dile, ci passi" mentre siamo in mezzo ai camion padroni assoluti di questo tratto.
 E ci passa, attribuendo una fiducia pressoché cieca ad Andrea, la cui autostima cresce. 
La neve dell'andata ha lasciato il posto alla pioggia battente e costante, alle barriere di nebbia a Rovigo, messe apposta dagli accidenti altrui.
Ma gli eventi atmosferici non rallentano nemmeno la nostra rapida andatura verso casa. Un'andatura allegra in effetti, come allegri e sereni siamo noi.
Già, perché la nostra vicinanza,  autocitandomi, "...ha dato significato ad un sorriso che prima era solo una facciata e luce a due occhi spenti da troppo, troppo tempo...".
Non solo. 
Sto capendo che non mi manca la componente abitudinaria di un  rapporto, che si concretizza in uscite, vetrine, giri natalizi. Quella c'è adesso. Sempre e comunque. 
Fa ridere il sembrare quel che non si è, a tratti mi sento attore protagonista, ben supportato, di una commedia delle beffe, forse ai danni proprio di me stesso. 
Ci accettiamo per come siamo, in effetti, pure negli acidi momenti di tensione. Forse nessuna fidanzata l'ha fatto mai, e il non essere legati in alcun modo è forse il presupposto per rendere i nostri difetti solo caratteristiche peculiari di cui si ride.
Forse lo facevo un tempo anche a nordest, ma non me lo ricordo. O non me lo voglio ricordare. Oppure me lo ricordo e taccio. Oppure sono rincoglionito tutto insieme e tutto questo non va bene, perché contavo di farlo per gradi.
Quello che mi manca come l'aria è la componente sentimentale, ad oggi tabula rasa, in questi "inbetween days".

Noi 2 amici di sempre ci siamo dati un termine, per dirla in modo moderno, una deadline.
In ogni caso questo termine non è lontano, ma è capitale. Una volta decorso, non ci si guarda più indietro e si vola, veloci come il vento, con notevole autoforzatura, andando verso scenari indefiniti.
Manca quella dose di emozioni che solo l'amore sa dare, mancano quegli sguardi che inevitabilmente venerdì mi hanno intrappolato di nuovo mentre la SS16 scorreva sotto di noi, in un inaspettato viaggio verso una città a me conosciuta, parecchio nebbiosa. 
Come uno che nuota in apnea ho ripreso ossigeno in effetti. Non molto ma sopravviverò ancora per qualche tempo. Fino alla scadenza del termine.
In questo interludio strano, così prossimo alla deadline, inizio pure a capire che La razionalità nell'amore è una scusa per fuggire da cordardi. Non l'ho detta io, ma una persona del mio passato che sapeva scrivere bene.
Che bella frase, in effetti non è nemmeno tanto campata in aria.
Sembra quasi calzante alla situazione attuale che ho.
Forse percepisco le cose in maniera distorta, ma adesso sono tranquillo e sereno. E vedo che scappare, in questa situazione, come qualcuno ha fatto, è stato per la paura di ricadere nei vortici che io stesso subisco.
Avanti, non siamo robot, guardiamoci in faccia.

Io amo e non fuggo adesso. Non fuggo dalle mie responsabilità, non fuggo da quello che vorrei che so essere ben preciso e delineato.
Perché l'ho visto e uno sguardo conta molto più che mille parole e battute.


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