mercoledì 2 gennaio 2013

Propositi



Non sono solito fare propositi per l'anno nuovo. Sono solito pensare che il 31 dicembre sia una sera come un'altra, dove ci si diverte con amici e con la fidanzata (chi ce l'ha, ovviamente).
In effetti noi l'abbiamo fatto (ovviamente senza fidanzata), grazie alla compagnia stupenda, ai posti magici,e ai campionati  mondiali di stronzate sparate.
Il proposito principale che faccio è quello di smettere di attendere chi non mi vuole, di evitare di arrovellarmici sopra. L'amore rimane, ma con calma forse butteremo la fine del 2012 alle spalle, sostituendola con un 2013 che ha dei buoni e positivi presupposti.

Capita che carichi delle foto su FB e ti piovono una serie di messaggi che ti fanno sentire bello, interessante. Magari a torto, ma ringrazio chi mi sta vicino adesso, chi mi accoglie come un fratello.
Roma è magica, anche se degradata, molto degradata.
Ci sono dei monumenti da cui non te ne andresti...e poi non è così lontana. Gli amici la rendono speciale, in effetti.

E poi capita che sali sul pullman del ritorno, su cui non mettevi piede ormai da più di un anno e mezzo, dai tempi degli sgoccioli della travagliatissima storia con la bella mora maremmana.
Pure il modello di pullman è diverso. 
Lo chiamavo il pullman dell'introspezione, degli amori lontani...oggi no, è il pullman delle chiacchiere. 
Il comitato di saluti, quello che in modo del tutto analogo all'andata faceva il benvenuto e che non sa immaginarmi senza i Ray Ban è lì, sulla banchina del pullman, che tifa Andrea.
Lo tifa con l'amicizia che contraddistingue i periodi migliori, quelli passati insieme. Tifa per il raggiungimento della felicità che loro hanno, e la percepisco: stanno bene, sono sereni.
L'atmosfera è piovosa, ma è quella in cui il cervello che si libera dalla nebbia ti fa sentire di nuovo uno che vale, dopo che l'autostima me l'ero autodistrutta a suon di colpi autoinferti e di muri in cui ho sbattuto forte.
Uno sguardo, due parole, una risata mentre mettiamo nella pancia del pullman la valigia. 
2h e 35' di chiacchiere. Simpatia. Cortesia.
Il solito goffo tentativo di essere gentleman che viene fuori.
Chiacchiere. 
L'atmosfera è quella del rientro da una gita scolastica, in effetti.

Il pullman fa il suo ingresso trionfale a Siena, dove ho lasciato la mia Eroica Mito. Saluti, ciao, ci vediamo.
Certo, come no.
Sì, la luce la vedo. Il tunnel c'è, ma non è così buio. Si sono accese lampadine nella galleria. Il treno non c'è, non ci sono i binari. Ne usciamo, sì, oh, ne usciamo.
E buon 2013 a chi esce dal tunnel. Come me. 

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