domenica 6 gennaio 2013

Borderline (befana col botto)

SS73, 110km/h. Attraverso il confine tra le Provincie di Siena e Arezzo, a coltivare le mie splendide e dolci bugie fatte di una millantata spending review dei carburanti, di una nuova vita chissà dove, di un cellulare guardato meno.
Per ora questi propositi, carburanti a parte, sono stati stranamente rispettati.

Scendo da Lucignano, dopo la serata mangereccia, immerso in una nebbia allucinante. 40 metri di visibilità, 110km/h, dietro il ponticino, dove a 130 si salta, c'è una fila ferma. Fumo, vapore, 20 minuti
I protagonisti sono la Befana e il botto, sulla 73 di Ponente, quando l'umidità mi ha appioppato un mal di gola tendente verso il cronico e una voce degna dei migliori transessuali brasiliani.
Eh vabbè, due si sono tamponati in questa zona con visibilità 50m. Cara Freccia della Valdichiana, passi la vita a recuperare ritardi, a recuperar casini combinati, uno più uno meno cambia poco.
Si riparte: i due incidentati delle 2 di notte dell'Epifania stanno bene.
Dopo Candy Dulfer, i Savage Garden con To the Moon and Back suonano con la loro costante e continua bravura, accompagnando la ripartenza da questo intoppo, mentre Diletta scrive un messaggio "sto sveglia ad aspettare che tu arrivi", degno delle migliori persone che ho avuto accanto nella vita.
Degnissimo di un'amica vera.
La colonna sonora dei Savage Garden era quella che, un anno preciso fa, manco a farla apposta, accompagnò un degnissimo viaggio in Alto Adige.
Ci ripenso, a dei flash di quel periodo, ben precisi, mentre tolgo la quinta a 4500 giri, e metto la sesta con una spinta bestiale, a fendere la coltre chiara fino al curvone, al cartello Rigomagno, allungando terribilmente la fase del rientro da un sorpasso.
Penso a quello come il momento più felice della mia vita in assoluto, quei 3 giorni magici e sereni in cui ero invincibile.
So che quella lì è la felicità da ricercare. Ne sono certo.
Eh vabbè Andrea, tanto ormai appare impossibile che ritornino quei giorni, e allora dentro la sesta ancora una volta e via, piede in fondo.
Arrivo ad una velocità a dir poco improponibile al curvone: l'Eroica mito per un attimo sottosterza, poi si ricompone tranquillamente, e mi godo il sound del 4 cilindri che non vuol saperne di smettere di spingere.
Tuttavia, non mi abbandona una sensazione di equilibri che si stanno ripristinando lassù.
Forse hanno ragione loro, in effetti: codardo non è chi si accontenta ma è chi con quel poco che può avere è felice. Non io, che non mi accontento mai. 
Buona festa alle befane.

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