lunedì 26 novembre 2012

Signora Nebbia


SS223, 110km/h. Tranquillizzo tutto: non sto tornando nel mio passato. Stamani dovevo andare in Tribunale a Grosseto, la strada è quella.
L'Eroica Mito corre, veloce come il vento. Fino al ripresentarsi della Signora Nebbia, fitta, in fondo alle discesa di Civitella, per accompagnarmi con la sua dolcezza fino al Cristall, locale da aperitivi contiguo al Tribunale, famoso e molto, molto bello, e pure, detto in toscano stretto, "galeotto-ma-se-un-ci-mettevo-piede-ai-su-tempi-era-meglio".
Non c'è che dire, la bella Mary, amica e collega, aveva ragione venerdì e sabato a dirmelo: "...La nebbia è una costante della tua vita recente...".Me l'ha detto memore della zingarata, credo.
Vero. E, aggiungo, non solo metereologicamente c'è nebbia.
Rientro annebbiato. Troppo, alle volte. Ma tralasciamo sti particolari eccessivi che mi fanno rischiare patente e altro. 
Così come annebbiata è la mia volontà. Non so cosa voglio adesso, e i risultati si tramutano in un cosmico "niente".Cosmico. Niente. Zero. Zero assoluto.
Can't you see this is the land of confusion?

Proprio per tale motivo, non so perché, in questo periodo nelle conversazioni ho la tendenza ad esser lapidario, rapido e riesco pure a tirar corto. Chiedo scusa a chi è all'altro capo del telefono, ma lo faccio forse perché ho paura di dire troppo, quel troppo che ha fatto prendere una brutta piega alla mia vita.
Perché le troppe parole sono eccessive.
Mi tiro indietro prima di chieder troppo e dire troppo, senza fatica. Bravo!
Ecco, qui non sono annebbiato: voglio dare e avere fatti. 
Imperativo categorico in ogni senso.
Fin qui tutto bene.

"...Finché non avrai fiducia in te stesso, la tua non sarà vita...". Altra frase vera, grazie. E ora, fuori da questa nebbia, verso il sole a riprendermi ciò che è mio.
Invito ai lettori: riflettete su questo.
 In ogni rapporto umano, la cosa più importante è parlare. Ma le persone non lo fanno più: non sanno più sedersi per raccontare e ascoltare gli altri. Si va a teatro, al cinema, si guarda la televisione, si ascolta la radio, si leggono libri, ma non si conversa quasi mai. Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo tornare al tempo in cui i guerrieri si riunivano intorno a un falò e raccontare le loro storie. (P.Coelho). 

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