lunedì 12 novembre 2012

Motivazioni contraddittorie


Autostrada A1, 130km/h di Cruise Control. La perfezione di questa andatura della bella Eroica, rossa come mai, sembra quasi provvisoria. Ma non lo è, stranamente.
Piove, forte. L'autostrada del sole non è degna, oggi, del suo nome. O meglio, non è degna della parola "sole", che della classificazione autostradale non è mai stata.
Piove in tutta Italia, a dire il vero. E le strade strette mi sono sempre piaciute.
Ho ripescato un CD, il cui nome è "Il canto del cigno". Le lacrime di gioia per gli stupendi momenti a cui rimanda l'accensione di tale dispositivo si confondono con il nubirfagio appenninico, fatto di traiettorie perfette, di una chiamata strana e quasi magica, in cui l'amicizia, quella vera, nasce, cresce e si consolida.
Era un anno che non definirei buio. Difficile sì, forse. Ma con un finale emozionante e scoppiettante. Colonna sonora degna era, quel CD, degli ultimi viaggi della cara vecchia, senz'altro complice e amata Lancia.
Erano i viaggi dell'interludio dei giorni dell'abbandono, in attesa di un ritorno che solo parziale fu.
Ben Harper ne è l'incarnazione totale.
Musica serissima.
Perché, come dissi un tempo, si riparte dalla musica. Si cambia musica.
Mi lascio alle spalle Modena: città di motori e di grande cucina, ma soprattutto, città di amici. Veri. Benny e Lally, siete due grandissime donne, impareggiabili amiche.
Non mi lascio alle spalle il pensiero di te, quello che c'era e c'è, e che non se ne va. E tu lo sai, forse meglio di me. Sei sempre un brivido quando ripenso agli equilibri persi e a quanto doveva esser forte quell'amore che tu avevi e che io ho ancora dentro di me, che non mi abbandona nemmeno quando dormo (male, in realtà).
Posso dire a tutti di aver svoltato, ma non ci crede nessuno. Né, tantomeno, ci credo io.
Folle mentitore, poco credibile!
Ma vedo possibilità forti in me di rimettere ogni casella al suo posto. Sto trovando, davvero, un equilibrio, o per lo meno non lo vedo così lontano. Tempo, ci vuol tempo.
Credo in te come non ho mai fatto prima. E così si vive, sempre, ogni giorno.
Ci si interseca stranamente, come le traiettorie che questa macchina, precisa come poche, infila su questa strada senza mai nemmeno levare la sesta marcia.
Pochi chilometri, in effetti, ma un'infinità di storie da raccontare. Nessuna di esse a lieto fine.
Hai corso, macchina rossa, tanto. Hai corso attraverso la Toscana, il nord. E che nord. Hai corso verso Bolzano. Hai corso verso l'Elba. Hai vinto le battaglie ma non le guerre.
Hai corso, aggeggio rosso, verso le Missioni Eroiche, verso i luoghi in cui "Tanto non devi metterci più piede".
Sei rimasta lì, a guardarmi perdere l'amore della mia vita. Quello vero. Quello che stupidamente io, principe azzurro incrinato e sbiadito, ho gettato nel cesso. E ho pure tirato la catena. Che bravo.
Tu non ti puoi ribellare, in fondo sei solo una macchina con l'anima. Altrimenti mi avresti bacchettato, avresti zittato il mio telefono quando il passeggero oscuro si risvegliava.
E tu che manchi sempre più, come sei bella, sei la donna più bella del mondo, e la distanza fisica non riesce a seprarami da te.
Mi impone di trovare un piccolo equilibrio nelle cose, quando il telefono non suona e lo vorrei tanto. Ho maturato un self control, e credevo fosse anche più difficile.
Piove, tanto.
Piove sulle motivazioni contraddittorie che do ai miei atteggiamenti. Piove su tutto quello che adesso non mi illude più. Piove sulla voglia di recuperare.
Smetto di fare il cretino, di schizzare cadetti inermi a Modena, di darmi un tono quando la cosa non esiste. E la priorità è il nostro equilibrio.
Magari insieme. Chissà.


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