sabato 24 novembre 2012

Navi in porto


Motonave Aethalia, 19 nodi di crociera. Lei è sempre lei, con il suo fare indiscutibile da ammiraglia snob, nonostante gli anni e la riverniciatura, ed è come al solito la migliore nel riportarci indietro nei sogni che proprio su questo tratto di mare hanno preso forma.
In effetti sembra quasi salutarmi mentre salgo, ogni volta. 
Salgo sempre col mio carico di verità personali, di alibi e bugie forse dette in modo inconscio. 
Ognuno ci sale, in effetti, portando dentro di sé la propria esperienza.
Non ci salgo da 2 anni su di te, mia Aethalia. 
Ti ho terribilmente tradita con un altro traghetto più veloce e potente.
Ma il tempo non ti intacca, mai.
Il tempo non toglie la verità che è dentro di me e che vorrei davvero esprimere, e che mi riesce solo dire quando sono sopra di te. 
Proprio adesso ho voglia di partire, preso per incantamento e salire su quel vascello biancorosso (adesso), solcare il mare, arrivare in porto.
Perché in porto le navi sono sicure. Ma sono ferme. E allora a cosa serve una nave in porto? A niente, se non a dare la speranza che prima o poi parta.
Oppure, la nave in porto di ritorno da un lungo viaggio sa dire tantissime cose: sa far capire che le persone si riabbracciano dopo tanto tempo, che l'amore, quello vero, col tempo non si intacca anche se puoi avere la sensazione di averlo perduto.
Ho voglia di dire la mia verità, senza filtri.
Una verità del tutto differente da quella che sicuramente viene pronunciata qualche km più a nord. 
E' una verità dura che troppe volte è rimasta inascoltata, o non creduta. Ma è una verità.
L'amore è qui, che punzecchia, fa male: tento di scacciarlo con tutto me stesso. Tento di capire come fare a non sbagliare più.  Tento di capire come è la mia parte buona, se esiste. Non cadrò nelle braccia di nessuno, adesso. Non cadrò in nessun posto. Perché chi deve capirlo non lo capisce, vivendo su preconcetti sbagliati e non si lascia andare?
Oggi in effetti è stata una giornata un po' difficile. Incidente mattutino, feriti, corse verso Ospedale/Vigili/officina. 

E non so se ho il coraggio di salire su questa nave sin troppo presente dentro di me, dove i pensieri avevano un flusso costante e su cui mi sentivo libero, tanto libero.
Anche quando la verità varia nei nostri pensieri, questa nave comunque a Portoferraio ti ci porta, "...'Cause though the truth may vary
This ship will carry our bodies safe to shore...".
Aethalia, mi mancano i bei tempi andati in cui mi scaricavi a Portoferraio, aprivo la capote della miticissima e immortale (nel cuore) Punto Cabrio sedicivalvole (che faceva tanto figo perché andava più forte e all'epoca non tutti le avevano le 4 valvole per cilindro, salvo ritrovarsi in un vuoto cosmico di potenza sotto 3000 giri, ma un tiro indiavolato fino a 6500 ndr). 
C'era magia in quei momenti.
Rimpiango la magia che era nel porto, nel banale momento di salire sulla nave.
Vorrei l'altra nave. Quella che mi ha portato in questa tempesta. Vorrei vederla attraccare lentamente, e ondeggiando la mano salutare chi deve scendere.
Scenderà? Non penso....

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