mercoledì 14 novembre 2012

Pordenone


Ci sono cose che mancano, nella vita. La loro assenza si sente di più o di meno, a seconda del loro grado di importanza.
E le strade che uno percorre sono sempre quelle. I luoghi sono quelli. Ci si passa girandosi dall'altra parte, credo, quando tutto finisce e la porta per te rimane sempre semi aperta.
Non so nemmeno se ci passerò con la solita macchina dell'andata o se la sempre presente nebbia sarà trafitta dai fari allo xenon di un sogno realizzato. 
Non lo so. Non ne sono pratico di queste situazioni. 
14 dicembre prossimo, auditorium delle Regioni, Pordenone, ore 20:30. Presentazione del lavoro nato un anno fa. Come noi.
Sarà un viaggio lungo, nebbioso e non spezzato da piacevoli pranzi in zona estense. Ne è passato di tempo, le cose son cambiate. Direi pure in peggio, se ci penso.
Non mi fermo, non chiamo, perché "...io rispetto e ti aspetto...", e intanto mi ci sento pure male.
E' presto ora, senza dubbio. Presto per vedere uno spiraglio, per vedere quel "nebbioso rientro con sosta".
Presto per avere gli spiragli sperati, per avere quei 2 occhi in platea che mi guardano come un tempo.
Presto per dire "ho svoltato". 
L'ABS mi salva la vita cento volte oggi. Sono un coglione patentato che guida distratto, stanco e assonnato. 
Lo vedi che cosa sono senza di te? Nulla, esattamente nulla.
Il mio equilibrio lo ritrovo ma in posizione bassa. Posizione zero.
Sono uno zero sull'Alfa, una persona del tutto incompleta.
E mentre Rio de Janeiro Blues suona, colonna sonora di un piovoso viaggio, so cosa voglio. Voglio dimostrare di non avere quella gelosia imperante, quelle 
"...Sì, ma come?...", tuonava il fratello delle zone nordiche, riferendosi ad altro.
Ecco, ora li vorrei tanto quei 2 occhi in platea, inaspettati e piacevoli. Li vorrei con tutto me stesso.
Vorrei il viaggio di ritorno condiviso.
Non ci sarà, forse. Non sarà lì, perché la sua vita conta più di me e della possibilità di dimostrarle che sono veramente quello che ha conosciuto.
La motivazione per cui nacquero tutti i sogni sarà adesso solo un lontano ricordo, come un perfetto teatro in cui la gente non ascolta.
E invece c'è una voce che vorrei ascoltare: quella distesa che contraddistingueva la tua persona. 
Non riderò stavolta.
Non senza di te.

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