domenica 18 novembre 2012

Deriva e scarroccio


Un tempo, che a tratti considero lontano, andavo in vela, peraltro anche con ottimi risultati. Era un periodo speniseratissimo, in cui il silenzio non faceva male, né andava a ledere niente. Semplicemente perché non c'era nulla su cui premere, non c'erano dolori in effetti.
La barca andava, silenziosa, ci godevamo il vento. 
Se il vento cessava e si andava alla deriva, non era un problema. Si attendeva, con dolcezza, con tranquillità, che il Puffo (dovuto al colore azzurro del natante) riprendesse la via di Marina di Campo, con la dolcezza di chi sa che a quell'ora nessuno lo aspetta, nessuno lo ricerca.
E ora no. Al doppio dell'età esatta tutto è andato ai maiali, rovinato da chissà quali interrogativi. 
Non ho più barche. 
Ma soprattutto, non so più gestire il silenzio.
Passo le giornate a godermi la vita con amici. 
Ma il ritorno è sempre duro. Questo nastro di asfalto tira su tutti i peggiori pensieri dentro me.
Raccordo Autostradale, 110km/h: la notte inghiotte la mia Eroica Mito, nella superstrada nera e buia.
Lei procede silenziosissima e pressoché perfetta. Forse troppo.
E allora la splendida serata, con un amico vero innamorato della suna nuova fiamma, le rispolverate e inaspettatamente efficaci doti personali di galeone da abbordaggio si infrangono e vengono risucchiate da questa superstrada di notte.
Vado alla deriva, mi ripeto.
Basta.
Dynamic: piede giù. Basta. Con una prontezza impressionante i 195 cavalli, i 298Nm di coppia, i due turbocompressori e tutto quello che c'è dentro si risveglia.
Fa sentire che c'è, facendosi strada a gomitate fortissime nella notte, nell'autostrada deserta.
Giù, sempre giù. Non ho nemmeno levato la sesta, tanto la coppia è costante.
180, 190, 200km/h. In un baleno. Ora la rincorsa è un po' più lenta, ma ho il rettilineo del Bargino per dare tutto. Giù, con una freddezza allucinante. 210, 220....230.
Forza, rossa, manca poco e ci siamo. 235...237...240. Eccoci: di più non ce n'è. 240km/h.
Un carico di ferite, di sangue da spargere vola, letteralmente, su questo rettilineo.
Ogni 15 secondi percorro un chilometro.
240, tenuti da Dio.
Alzo il piede. Niente è cambiato.
Sto andando pericolosamente alla deriva, l'ho detto e lo ripeto.. Ho frenato prima di illudere persone che non se lo meritavano, ho fatto proprio bene.
Forse perché scollettati i 30 anni si comincia, in generale, a sapere che certe coglionate, che i giochi con i sentimenti altrui, o il sesso per sport non lasciano niente.
Niente. 
Ottima parola, che ti lascia un po' di amaro in bocca. Niente è sempre niente.

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