lunedì 3 ottobre 2011

Passaggio a nordovest


Autostrada A7, tratto discendente, 90km/h. La strada è tortuosissima, impraticabile a velocità che rasentano la decenza. Le luci di Genova iniziano a farsi vedere, a trafiggere il rosso tramonto ligure dopo una giornata calda di uno strano 2 ottobre. 2 ottobre, data strana del passato, ma è un'altra storia, un altro periodo, un'altra macchina, un altro modo di pensare.
L'Honda CR-V scende per questo nastro di asfalto, come fosse trainata da un flusso magico, sotto le mani acerbe e sicure del nostro pilota, grande chioccia del pulcino 500 che ci precede.
Siamo tornati, amici, complici, da un evento lungo, che rinsalda con forza i rapporti già esistenti e ne crea di nuovi.
Crea complicità la vicinanza dello stesso obiettivo, le battute tra amici, le pacche sulle spalle e le notevoli prese per i fondelli che certi soggetti attirano.
Gli amici ti prendono con le tue debolezze, con i tuoi difetti. Lo sto imparando ancora, a 30 anni suonati da tempo. Questi amici mi prendono ancora di più, con i miei difetti. So bene di essere, nell'ordine: 1) Molesto 2) Finto spavaldo, ma insicuro .....l'elenco sarebbe troppo lungo.
Ma loro no, mi fanno sentire come voglio. Mi fanno sentire accettato, apprezzato, pieno di voglia di fare.
Lo sanno che sono finto farfallone ma in realtà la profondità alle volte fa soffrire, in modo, alle volte, di solitudine lancinante.
Mentre le luci dei palazzoni di Bolzaneto si avvicinano, e i primi lampioni accesi, come fulmini, lambiscono il parabrezza il mio sguardo indugia fuori dalla macchina.
Dopo due tornanti Radio 105 ci delizia con Heaven di Bryan Adams, capolavoro di un uomo innamorato. Ricordi riaffiorano, di quando quella canzone risuonava 11 anni fa nello stereo di un diciannovenne innamorato pazzo per la prima volta, e che ora di quella storia ama solo ricordare i saliscendi di una via e di una vita che adesso non esistono più.
Battute che alleviano ogni dolore, che fanno del settimo mese del resto della mia vita il più piacevole, quello in cui si ricomincia a sperare e a vivere, a sorridere e ad essere brillante senza avere l'obbligo morale di fingere di farlo.
Non dimenticherò quegli occhi. Sia quelli di chi mi sedeva accanto a cena, che quelli, sorridenti, dei compagni di viaggio. Amici, adesso. Sempre più veri.
Sono cosciente che esiste una fase di rinascita con i tempi più o meno lunghi.
Queste serate accorciano i tempi, e ti fanno sentire vivo, anche se hai una costola rotta, se hai ruzzolato sul pullman di ritorno dalla discoteca, anche se la mattina dopo hai un mal di testa agghiacciante.
E ora i miei pensieri, inevitabilmente, non possono che andare a nordovest: sono fuori quota, come l'amico sempre più sincero che viene da nordest.
Ma essere lì, saldare amicizie, fare il giullare sul pullman minacciando perquisizioni personali, guardare da lontano due occhi color smeraldo...beh, mi fa capire che nel cuore, le cose come queste, non finiscono mai.
Raccordo autostradale, domenica, ore 22:30, 120km/h. Sono stanco. Stanchissimo. Ma sorridente. Ed è grazie a tutti voi che sapete guardare oltre la maschera che porto.

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