domenica 16 ottobre 2011

Segnali ignorati e prospettive future

Via Nova di Colle di Val d'Elsa, riaperta a doppio senso, notte. Con la vecchia ammiraglia si tirava, in effetti, con scarsi risultati dovuti alla bassa potenza del mezzo, in senso ascendente.
Ma adesso no, visti i 120cv in più che ha questa. Il motore urla nella sua mai assordante tonalità, è un T-jet antenato di quei trabiccoli dei Multiair e quindi è rabbioso, e ti ritrovi in cima, in poche centinaia di metri, di quarta a 5800 giri, indicati 150km/h. In una stretta e tortuosa strada di città. Nemmeno al Rally di Montecarlo.
Phil Collins amplifica, o forse giustifica, la sensazione di pazzia che si respira in questa notte, che so essere lunga. Arrivo in cima, alle due chicane, sempre col piede giù. Il mio senso della traiettoria, l'infinitesimo di buio che vedo davanti che mi indica che non ci sono macchine in senso discendente, mi fa tagliare la "S", entrare di cattiveria negli avvallamenti.
L'Eroica Alfa sobbalza e si appoggia dall'altro lato della strada. Colpo di freno, l'ultima chicane, di terza piena, con la massima cattiveria del piede, con i led dell'overboost tutti accesi, con il motore sotto sforzo, al limite della caduta di potenza.
In quest'anno ho imparato a lottare con il forte, marcato, brutale, sottosterzo senza preavviso dell'Eroica Mito. Contrasto con le braccia tutta la forza della ribellione delle sospensioni elettroniche, del fallimentare differenziale autobloccante, con lo sterzo indurito dall'elettronica di potenza.
Sento dentro di me la voglia di tornare il pilota che ero qualche anno fa, e non la figura sbiadita attuale.
La macchina, però, si punta all'interno. Alzo per un attimo il piede dall'acceleratore, così come da scuola di pilotaggio. La macchina scoda, prepotentemente. Molto prepotentemente. Lo fa in modo leggero ma inaspettato. Subito controsterzo per contrastare, tengo giù, e lei si raddrizza paciosamente, un metro più in là di dove la volevo in uscita di curva.
Sarebbe un segnale che dovrei interpretare, questa scodata. Forse la macchina vuol dirmi che che le gomme sono a fine carriera e che è l'ora di darci un taglio.
Ma io seguito, ancora, a correre, a sottosterzare, ignorando i segnali.
Arrivo sano, nonostante tutti i tentativi in senso contrario.
Troppe volte ho ignorato i segnali. Non di questa macchina, che prossima settimana vola in officina a cambiare cerchi, gomme e tutto quanto possibile e immaginabile. Un mio difetto è quello di non VOLER ascoltare.
E ora basta. Inizio dall'Eroica.
Voglio crearmi prospettive e atmosfere particolari.
Ma, forse, per tutti, è più semplice ignorare i segnali che dar loro ascolto. Cosa rimane, allora, delle nostre vite passate?
Cenere fredda. Adesso c'è solo il cattivo odore del fuoco spento. E un vento sin troppo freddo.La strada è ancora lunga e il tratto di mare è in tempesta.

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